Chi tra le vivaci schiere di appassionati, melomani, critici, cantanti e direttori, di ogni livello ed estrazione, non ha mai pensato alla creazione e composizione della “propria” stagione operistica, pescando nei più svariati repertori, con la convinzione, talvolta maliziosa e malevola, di riuscire a mettere in scena spettacoli migliori di impresari avversari, non poi tanto immaginari? Ovviamente tutti, o quasi. Certo, nel mondo della quotidiana e reale sovrintendenza teatrale certi pensieri diventano concreti, coi dovuti scongiuri per sé e il proprio teatro, ma la fantasia arrovellata di un amante d’opera come può divenire realtà? Rispondo io per voi: con SIPARIO!, gioco da tavolo di Simone Tansini a tema operistico per 5 aspiranti impresari, che si sfidano a suon di concorrenza sleale, opere del grande e piccolo repertorio, prime donne, grandi interpreti, ugole d’oro e debuttanti – e tutti pure “en travesti” – nel caso si avesse necessità di uomini piuttosto che di donne.
Cosa desiderare di più? Le meccaniche di gioco, complesse ma comprensibilissime e fruibili fin da subito (non sono necessarie ore di allenamento per giocare un partita), aprono a un’infinita serie di possibilità ludiche: prima di iniziare ognuno dei partecipanti pescherà 7 carte tra “carte azione” e “carte cantanti”, e tre grandi “carte opera”, da un gruppo di 40, così da metterle in scena al meglio che potrà, stando attento alla concorrenza sleale degli avversari, sempre pronti a mettergli i bastoni tra le ruote con le loro carte azione piene di malus di ogni tipo, oltre che di bonus per i propri allestimenti, ovviamente. Ed è qui che arriva il bello: come dice una frase, posta all’interno dell’esauriente libro di istruzioni, “vincere è la metà del gioco, divertirsi è l’altra metà”, in SIPARIO! la voglia di vincere è spesso superata dalla voglia di vedere dove ci si può spingere con la nostra “ironica” infingardaggine, con la nostra “irriverente” capacità manageriale, con la nostra bramosia di completezza nel debuttare perfettamente l’opera che più ci piace. Ce n’è davvero per tutti i palati.
La fantasia nella scelta dei bonus e dei malus, poi, è davvero encomiabile e divertente: si passa dalla carta “stecca clamorosa” a quella “protesto”, dalla carta “fuga d’amore” a quella “boato del loggione” o a quella “colpo di vento”, e sono solo alcuni esempi di come poter danneggiare gli avversari; per aiutare e sostenere i nostri spettacoli, invece, possiamo avvalerci delle carte “claque”, “grande orchestra”, “raccomandazione di ferro”, “aria sublime”, “bomba di cortisone” o “nervi d’acciaio”, per fare dei rapidi esempi. Le combinazioni, come si evince, sono infinite, soprattutto se si tiene conto che alcune carte possono essere usate in tandem con altre, creando degli effetti “psichedelici”.
Per vincere ogni giocatore deve guadagnare Punti Notorietà, PN, e raggiungerne una determinata quantità, che varia in base al traguardo stabilito dai partecipanti prima di iniziare la partita: oltre a guadagnare punti mettendo in scena le proprie opere corredate di bonus, magari riuscendo a debuttarle “complete”, si possono organizzare masterclass, saggi di canto, recital, concerti dei “tre tenori”, concerti di capodanno e così via, mantenendo sempre costante l’attenzione e l’interesse per il gioco e le sue dinamiche. Insomma, questo gioco prende i vizi e le virtù di cantanti e impresari, le bizzarrie e le follie di questo mondo, spesso nascosto da una cortina di velluto, e ne fa un’esperienza divertente e appassionante. Non c’è immagine che rappresenti le carte azione che non sia tratta da situazioni di vita reale del teatro, questo è garantito. E proprio un punto di forza di questo gioiello ludico risiede nei disegni e nelle rappresentazioni posti sulle carte: le illustrazioni di Stefano Morri e Simone Cirillo sono eleganti e molto ispirate, specialmente quelle meravigliose poste sopra le carte opera, evocative e raffinate, oltre che ammiccanti a certi passaggi chiave dell’opera in questione; simpatiche e divertenti anche quelle che descrivono le carte azione e le carte cantanti, incredibilmente veritiere e adese alla realtà, con spirito chiaramente umoristico. In conclusione, Simone Tansini firma un gioco “sui generis” divertente ed immersivo, imprescindibile per chi ama questo mondo e adatto anche a chi lo frequenta poco ma è incuriosite dalle sue meccaniche nascoste.
Non mancheranno risate, sguardi complici, occhiatacce poco rassicuranti, d’ira e di vendetta, esultanze e scontri accesi, in un gioco, come si dice nelle istruzioni, dove l’unica cosa che NON dovrete avere, per essere i migliori sulla piazza, saranno gli scrupoli. Si sa, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a… cantare.
Mattia Marino Merlo