Sabato 3 ottobre, Teatro Belloni, Barlassina
Chuan Wang tenore lirico leggero
Michele D’Elia concertatore e pianista
Andrea Scarduelli ideatore e narratore
Giovanni Belloni maestro alle luci
Pamela Lizio direttrice di sala
Dopo la chiusura forzata il Teatro Belloni, con notevole capacità organizzativa, ricomincia ad offrire spettacoli dal vivo al suo affezionato pubblico. Il sipario si è rialzato all’insegna di Beethoven e Chopin. Certo i posti in platea devono essere occupati solo per metà e ciò è una grande perdita per il piccolo teatro che in situazioni normali conta 98 posti. Ma la famiglia Belloni e il direttore artistico Andrea Scarduelli con enormi sacrifici sono riusciti a creare una interessante stagione autunnale valorizzando artisti di eccellenza. Ad ogni spettatore viene consegnato, come solito, il raffinato programma di sala miniera inesauribile di informazioni proposte da Andrea Scarduelli al suo attento pubblico.
Il web magazine http://www.iltrilloparlante.com è molto affezionato a questo teatro avendo recensito decine e decine di concerti soprattutto lirici svoltisi in questo ambiente così raffinato.
Ricominciamo quindi le nostre recensioni con un duo d’eccezione per un evento interamente dedicato al Belcanto: Rossini in particolar modo è approfondito in questo concerto con arie da opere buffe e da opere serie mentre a Bellini e a Donizetti è dedicata una aria ciascuno.
Il tenore cinese Chuan Wang, si è perfezionato all’Accademia del Teatro alla Scala e ha avuto come agente in questo ultimo anno di attività Luca Targetti grande agente teatrale che ha lavorato per il Teatro alla Scala per 13 anni. Targetti è deceduto proprio all’inizio della pandemia lasciando sconcertato il mondo musicale. Oggi sarebbe stato il suo compleanno e il tenore Wang dedica questo concerto alla sua memoria al suo agente con cui sussisteva un rapporto padre e figlio, come commosso ci ha raccontato.
Al pianoforte il concertatore Michele D’Elia, vero punto di riferimento nel panorama pianistico internazionale al suo debutto al Teatro Antonio Belloni. Michele D’Elia ha una cultura immensa in campo musicale e ciò gli permette di affrontare i più svariati artisti dal barocco al contemporaneo con massima cognizione di causa. Accompagnare al piano brani di Rossini è sempre molto complesso poiché le trascrizioni canto piano sono antipianistiche, piene di ardue difficoltà, di note ribattute velocissime, di abbellimenti che non lasciano spazio a esitazioni. Tutte queste difficoltà vengono superate con facilità dall’esperienza di Michele D’Elia tra i più richiesti pianisti accompagnatori del momento. Il suo tocco esprime tutta l’ampia gamma di suoni previsti dallo spartito, come nella Marche et Réminiscences pour mon dernier voyage … dove Rossini gioca con se stesso citando vari brani dei suoi capolavori rammentandoli a Dio, nella speranza che lo accolga in paradiso. Drammatici gli accenti nel Prélude religieux dalla Petite Messe Solennelle che già nell’ossimoro “piccola” e “solenne” gioca con l’ascoltatore. Anche qui Michele D’Elia riesce a tenere sempre viva l’attenzione in un’unica arcata drammatica.

Il programma è uno spettacolo narrato come da sempre ci ha abituato Andrea Scarduelli che ci fa scoprire i lati più insoliti della musica arricchendo la narrazione di curiosità inaspettate.
Andrea Scarduelli ci racconta che Il barbiere di Siviglia (1775) anche nella versione originale in prosa di Beaumarchais aveva vari brani musicali che in realtà non sono sopravissuti al tempo, tranne una trascrizione di Mozart, il quale ebbe modo di ascoltare del vivo la commedia con le musiche di Antoine-Laurent Baudron: il direttore artistico ci ha proposto questo brano registrato che cita l’originale aria “Io sono Lindoro”.
Il tenore Chuan Wang ci propone “Ecco ridente in cielo” da Almaviva, o sia l’inutile precauzione: già dal titolo originale possiamo capire che il vero protagonista è il conte, famosissimo era infatti il primo interprete Manuel Garcia, padre della Viardot e della Malibran e di un figlio omonimo tra i più importanti insegnanti di canto dell’ ‘800. Il giovane tenore ha voce piena e rigogliosa e affronta Almaviva con poche sfumature ma con tutto l’ardore giovanile. Appoggia bene le frasi e anche nel successivo brano “Sì, ritrovarla io giuro” da La Cenerentola proietta bene la voce con limpidi Do acuti ben tenuti.
Vera parete di roccia insormontabile è la cavatina di presentazione di Ilo “Terra amica” dalla Zelmira: una aria tagliata su misura sulle capacità fuori dal comune di Giovanni David. Pochi tenori si sono cimentati in questo ruolo, William Matteuzzi e Juan Diego Florez ne hanno avuto grande successo. La cavatina è tutta in regione acute e Wang non teme i numerosi Re sovracuti della cabaletta eseguita con la doppia esposizione portando in delirio il pubblico.

Il programma è proseguito con l’aria “Tutto è sciolto .. Ah! perchè non posso odiarti” da La sonnambula di Vincenzo Bellini dove potentemente si è sottolineata la parola “Ingrata!” e si è rispettata la scrittura acutissima di Rubini. E’ seguita poi l’aria celeberrima dei 9 Do ‘Ah! Mes amis’ da ‘La Fille du régiment’ di Gaetano Donizetti. Il tenore che ha sostenuto tutto il concerto non si è risparmiato neanche nel bis dove ha interpretato La Danza, la tarantella di Rossini dal ritmo indiavolato.
Il Maestro D’Elia, per ricordare quale sia stata l’importanza e l’influenza artistica dei tre grandi compositori italiani a Parigi, interpreta come ‘Hommage à Paris’ una famosissima pagina francese, ‘Méditation’ da ‘Thaïs’ di Jules Massenet. I colori dati a questa pagina sono stati davvero raffinati e dalle due mani del validissimo pianista abbiamo sentito tutti i colori orchestrali del “Puccini” francese.
Il Teatro Belloni dà quindi un segno forte di riscatto e rinascita puntando su artisti giovani ma già affermati. Prosegue la sua attività con i film-opera e la novità di un concerto lirico tutto dedicato alla voce del Controtenore per un viaggio dal Barocco fino al Classicismo di Mozart. Sosteniamo quindi il teatro, poiché solo dal vivo si possono sentire i “tanti palpiti” che può donare la musica.
Fabio Tranchida