Carmen
Opéra-comique in quattro atti
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
tratto da Carmen di Prosper Mérimée
Musica di Georges Bizet
Prima rappresentazione: 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique di Parigi
Carmen Marina Comparato
Don José Luciano Ganci
Escamillo Fabrizio Beggi
Micaela Lavinia Bini
Maestro concertatore e direttore Sesto Quatrini
Regia Leo Muscato
Scene Andrea Belli
Costumi Margherita Baldoni
Luci Alessandro Verazzi
Orchestra, Coro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro e del Coro delle voci bianche Lorenzo Fratini
La Carmen di questi giorni riproposta al Maggio Musicale Fiorentino in concomitanza con la grande apertura di Fernando Cortez, è la ripresa dello spettacolo dello scorso anno di Leo Muscato. Spettacolo che ha fatto molto discutere ma di cui noi diamo un giudizio positivo.
Bizet non fece tempo a capire che la sua Carmen sarebbe divenuta una delle opere più rappresentate al mondo, infatti morì poche settimane dopo la prime rappresentazione. La storiografia romantica dice che morì di crepacuore proprio perché anche Carmen come le precedenti sue opere non ebbero i successo sperato. Il 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique di Parigi il pubblico rimase scioccato per il finale tragico e realistico della vicenda. Bizet fu irremovibile sul finale e non volle cambiarlo con uno lieto come suggerito dall’impresario preoccupato.
Qui a Firenze ha fatto molto discutere lo scorso anno il nuovo finale imposto da Leo Muscato. Il regista in realtà a cambiato tutto il rapporto che si instaura tra Carmen e Don José. Fin dall’inizio i ruoli sono invertiti, nel secondo atto il primo rapporto carnale risulta violento e lei esce dalla roulotte col volto nel sangue. Nel terzo atto José non capisce che il rapporto è ormai finito e monta la gelosia verso il Torero nuovo prescelto. Nel quarto atto José è un uomo violento, che utilizza il suo manganello per farsi valere. Carmen è una vittima, che inutilmente spiega le sue ragioni: da tempo gli dice che è tutto finito ma l’uomo insiste, cieco, egoista. Prima che succeda il peggio Carmen con mossa furtiva ruba la pistola a Don José e lo uccide ma prima che arrivino i soccorsi getta la pistola al ferito a morte il quale la prende quasi ad addossarsi ogni colpa. Un finale complesso che nasce da un lavoro profondo fatto sulla trama. Certo Bizet non ha scritto questa storia ma il regista, scosso dai continui femminicidi che vengono portati alla ribalta dai telegiornali, ha deciso di sostenere la causa delle donne. Una scelta coraggiosa che va premiata.
Durante il Preludio notiamo la violenza della polizia che sgombera le roulotte dove alloggiano gli zingari e Carmen stessa. Micaela appare con il suo abitino anni ’50 e Francesco Samuele Venuti, Morelés gioca in maniera erotica con il suo manganello sfollagente. Manca musicalmente la pantomima seguente, inserita invece nell’edizione critica a stampa. Gli altri due brani che mancano in questa edizione sono il coro completo delle sigaraie con l’intervento degli uomini e il completamento del duetto nel terzo atto tra Don José e Escamillo.
La Carmen di Marina Comparato, ci racconta di una donna vissuta, una donna con esperienza ma capace ancore di sedurre ai propri fini. Una donna che si innamora veramente ma che quando dice basta lo dice definitivamente. Il canto del mezzosoprano è buono, ben sostenuto, e nella Habanera è in risalto sugli interventi corali. Travolgente l’inizio del secondo atto, con un ritmo di danza dato da 8 ballerini che mano a mano coinvolge tutti mentre Carmen fa accelerare il ritmo del brano. Tragica risulta la Comparato nella famosa scena delle carte con un canto che è ben messo a fuoco anche nelle regioni più gravi della voce mezzosopranile.
Il Don José di Luciano Ganci esprime un uomo violento, iracondo e egoista, fissato con un amore che non ha futuro. L’amore verso la madre passa in secondo piano e non riesce ad addolcirlo. Il canto è sempre vibrante e dotato di un notevole squillo. Buono il duetto d’amore sia nel primo che nel secondo atto dove Ganci pronuncia delle frasi arroventate. Il duetto con Escamillo risulta tagliato e ciò non gli permette di esprimersi completamente. Ben il nuovo finale dell’opera ben gestito anche scenicamente.
Escamillo di Fabrizio Beggi è un elemento un poco debole del cast, alcune note basse non sono messe a fuoco e la linea di canto risulta un poco affaticata. Meglio alcuni acuti nella sua spavalda aria di entrata.
Grande successo per la Micaela di Lavinia Bini che ha disegnato una fanciulla eterea, sensibile e vocalmente corretta. Ottimi i suoi filati, i legati e un canto sempre disteso. Il personaggio è stato inventato dai librettisti per contrapporlo a Carmen ed in effetti è una figura un po’ appiccicata nell’opera: il suo intervento nel terzo atto tra una banda di contrabbandieri risulta illogico. A parte ciò la Bini ci restituisce una Micaela amorosa e dolce e il pubblico la ha particolarmente applaudita.
Molto interessante la direzione di Sesto Quatrini da poco ascoltato al Festival della Valle d’Itria a Martina Franca. L’orchestra procede spedita in una opera caratterizzata da insistiti ritmi di danza e colori esotici. Una Spagna di invenzione a cui Bizet e Quatrini danno il giusto colore. Le numerose percussioni riescono a dare una vivacità unica a questa partitura così complessa ben messa a fuoco dall’orchestra del Maggio. I Cori sono numerosi nella partitura e vengono ben cantati anche nella sezione Voci Bianche costituita purtroppo prevalentemente da bimbe con poca partecipazione maschile.
Lo spettacolo era abbastanza ripetitivo nei 4 atti dell’opera, proponendo sempre un accampamento di roulotte per tutto il tempo con pochi aggiustamenti. Avremmo preferito maggior varietà: anche la scena finale nella Plaza de Toros, era sempre nel solito campo degli zingari che assistevano alla corrida da una vecchia televisione.
Buono il successo di pubblico per questa ripresa che fa parte degli spettacoli di repertorio del Maggio Musicale, teatro che ha una interessante stagione di cui vi segnaliamo a Gennaio Resurrezione di Alfano una autentica rarità.
Fabio Tranchida