Antonio Salieri

Teatro “Poliziano”-Montepulciano: 14-15-16 luglio 2017

Personaggi e interpreti

La generala, di età avanzata:Claudio Mugnaini (basso buffo en travesti)

La colonnella,amante di tutti:Eleonora Contucci (soprano)

   L’ajutanta maggiora:Cecilia Bagadin(mezzosoprano)

La marchesa : Adina Vilichi (soprano)

 Amaranto,nipote della Generala: Alfonso Zambuto (tenore)

            Il conte, vagheggiato dalla Generala:Francesco Samuele Venuti (basso)

Il comandante/Il gran Colombo:Andrea Jin Chen (baritono)

Girasole ,modista:Fabio Marchesi (tenore)

Orchestra Poliziana, direttore Roland Boer

Corale Poliziana, direttore Judy Diodato

Scenografia:studenti dell’Accademia delle belle Arti di Firenze

Regia:Matelda Cappelletti

Fondali pittorici:Gianfranco Bresci

 

Il mondo alla rovescia  di Antonio Salieri fu rappresentato per la prima volta al Burghtheater di Vienna su libretto di Caterino Mazzolà (tratto da un testo di Goldoni) nel 1795 e composto a partire dal 1779. Fu poi dimenticato negli archivi viennesi per ben 214 anni. Forse l’arditezza della trama, per quei tempi vista con diffidenza,  fu la causa di questo allontanamento dai teatri. Oggi ci viene restituita  grazie alla Fondazione Salieri e al lavoro di ricomposizione dell’intera partitura con l’aiuto di tutte le fonti europee: Salieri scriveva spesso su fogli che venivano progressivamente inseriti e questo ha creato una grande difficoltà di ricerca.   Al teatro Poliziano ha potuto  così debuttare in un nuovo allestimento firmato da Matelda Cappelletti con l’orchestra e la corale poliziana dirette da Roland Boer, per l’inaugurazione del 42° Cantiere Internazionale d’arte, del quale è direttore dal 2009.

La realizzazione ha visto il lavoro di un vero “cantiere”, essendo nata dalla cooperazione di istituti di grande formazione artistica: il  Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze che ha offerto il cast vocale, le due formazioni musicali legate all’Istituto di musica “Henze” e l’Accademia delle belle arti di Firenze. Il conservatorio Cherubini ha aperto la biblioteca, mettendo a disposizione dei giovani musicisti la consultazione di preziosi manoscritti e spartiti del ‘700-‘800 con frontespizi dalle scenografie dipinte a mano. Non meno importante la collaborazione degli abitanti e degli studenti di Montepulciano nell’allestimento del percorso visivo nel foyer del teatro, le cui figure coloratissime richiamano i fondali e le scenografie dell’opera.

L’argomento è quello di un mondo rovesciato, rovesciamento dei ruoli maschili e femminili: in quest’isola immaginaria gli uomini, in abiti  femminili, si dedicano a lavori una volta sempre appannaggio delle donne. Le donne sono “generalesse e soldatesse”. Il secolo dei lumi aveva assorbito, anche se parzialmente, queste premesse (basterebbe ricordare Les Précieuses  secentesche!). Il discorso del rapporto fra i ruoli è  ancora attuale, ma la rivoluzione femminista, almeno in parte, ha rifiutato la “mascolinizzazione”, rivendicando una identità femminile liberata. Anche nel testo di Mazzolà ,dopo lo scompiglio portato nell’isola felice dai due europei, la marchesa e il conte, in realtà si approda a questa conclusione. L’amore vince  sulle questioni di principio e comunque nessuno ha il diritto di prevaricare, uomo o donna che sia. Il Conte rimarrà sull’isola con l’amata Colonnella, la vecchia generalessa invaghita, nonostante il suo ruolo mascolinizzato, del conte, dovrà rinunciare a quest’amore impossibile  e innaturale, la marchesa, così desiderosa di trovare un marito, potrà tornare in Europa con il deluso Amaranto,  che ritrova l’amore dopo il tradimento della Colonnella.

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Lo spettacolo è stato allestito in modo intelligente , divertente e pieno di colori  e disegni anche di animali esotici che richiamano l’isola”paradiso perduto”. La scenografia e la ricostruzione di macchine settecentesche ha  permesso rapidi cambiamenti di scena e facilitato gli ingressi, accompagnati dai movimenti coreografici di Maria Paola Contella, personaggio d’invenzione registica. I costumi sono quelli dell’epoca.

I cantanti hanno  interpretato al meglio i loro ruoli.  Il basso buffo Claudio Mugnaini ha mostrato disinvoltura nel difficile ruolo en travesti e una vocalità e dizione trasparenti. Francesco Samuele Venuti ha  maggiore esperienza solistica ( è stato un interprete delle Convenienze e inconvenienze teatrali a Firenze), un buon timbro anche se non profondo e  promette in futuro successo nell’opera lirica. Alfonso Zambuto rivela un timbro tenorile chiaro, anche se leggero, buona la dizione. Adina Vilichi, la Marchesa, ha una voce sopranile adatta alla musica settecentesca,  si è mossa sul palcoscenico con grazia e capacità interpretativa. Eleonora Contucci, la Colonnella, si impone sul palcoscenico per una vocalità di ottimo spessore e  per capacità interpretativa, ma le agilità e colorature, soprattutto nell’aria di vocalità spinta nel  finale del I atto risultano sforzate. Nel complesso i giovani studenti di lirica hanno dato tutti un contributo positivo alla riuscita dello spettacolo.

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Ottimi orchestra e coro.  L’orchestra, composta da giovanissimi, con la  direzione di Roland Boer, riesce a rendere pienamente la solennità e la dolcezza della musica di Salieri, rispettando  la struttura dell’opera buffa, con finali d’atto ampi e articolati sia nel primo che nel secondo atto, come in Mozart- Da Ponte.

Nel complesso uno spettacolo gradevolissimo e riuscito. Molti e lunghi gli applausi, meritati soprattutto per tutti coloro che hanno lavorato con impegno per ritrovare gli spartiti, far conoscere al pubblico di oggi, anche nei centri minori, e soprattutto ai giovani il valore dell’opera in Italia, dove è nata, e nel mondo.

Giuseppina Giacomazzi