Programma del concerto:
Federico Maria Sardelli
Suite composée à la mémoire immortelle de l’incomparable M:r De Lully per orchestra
Giovanni Battista Lulli
Passacaille d’Armide, LWV 71: “Les Plaisirs ont choisi pour asile” per soli, coro e orchestra
Omnes gentes LWV 77/10, petit motet per 2 soprani, basso e basso continuo
Te Deum LWV 55, grand motet per soli, piccolo coro, grande coro e orchestra
C’è poco da fare: quando il M° Sardelli sale sul podio per dirigere un programma così colto e raffinato, ma anche immediato, miracolosamente fresco e coinvolgente, c’è da aspettarsi, con certezza quasi matematica, un’esecuzione magistrale e un trionfo assicurato, per di più in un repertorio desueto e sciaguratamente poco frequentato in Italia -ma su quest’ultimo punto, lo credo fermamente, le cose muteranno d’avviso (il concerto di cui scrivo è la prova che lo stanno già facendo).
Si parte con una deliziosa suite tutta “sardelliana”, alla memoria immortale dell’incomparabile Monsieur de Lully, che subito ci trasporta in un’altra dimensione, quella del gusto tipicamente lulliano per le danze, il coinvolgimento e la fascinosa eleganza. La composizione del Maestro, che credo mi perdonerà l’ardito confronto, è come uno di quei gruppi rock incredibilmente bravi e noti che la Star di turno sceglie per aprire il proprio concerto: scalda il pubblico, lo manda in fibrillazione e lo prepara per la portata principale, che gli darà il colpo di grazia, mandandolo in visibilio. Tutto questo rischioso giro di parole per elogiare le prodezze compositive del Sardelli e la sua indiscutibile arte, tale da ben meritare un concerto a lui solo dedicato, magari con un Vivaldi meno noto a fare da scaldapubblico (dopo ciò, un “mea culpa” non me lo toglie nessuno).
Il programma continua con la “Passacaille d’Armide”, mirabolante esempio del Lulli più maturo, che coinvolge il pubblico estasiato in una danza dalle variazioni cangianti, ora dolci e raccolte, ora vibranti d’energia e vigore, in cui l’organico strumentale si fonde amabilmente con le voci del coro e col canto solista di Aco Bišćević, bella voce di haute-contre -la più acuta delle tipologie vocali maschili del barocco francese-, che coi suoi volumi misurati, raccolti e raffinati esprime al meglio lo stile altamente espressivo e struggente di questo brano.
Da questo assaggio delle lulliane tragédies en musique, ci spostiamo al cuore sacro del concerto col petit motet “Omnes gentes”, per due soprani (in questo caso soprano e mezzosoprano), Rui Hoshina ed Emma Alessi Innocenti, e un basso, Mauro Borgioni. Le voci sono perfette per esprimere i vari sentimenti del testo con la raffinatezza e nobiltà che Lulli richiede, ognuna secondo le proprie peculiarità, e senza mai perdere la visione d’insieme; imprescindibili, poi, le sonorità dell’orchestra del Maggio, rivestita “ a barocco” per l’occasione, con le sue prove solistiche di bravura “che si sente e non si dice” da quanto è massima.
L’ultimo pezzo, il celebre Te Deum che piacque tantissimo a Luigi XIV -ma forse meno allo sfortunato Lulli, dal momento che dirigendolo si ferì e ci morì-, è una pagina magnifica, fastosa, grandiosa, vero monumento imperituro della musica sacra seicentesca, ma, bisogna dirlo, pure di quella di ogni epoca. Per dirigere questo brano il maestro Sardelli impugna il bastone, con risultati meno catastrofici di quelli di Lulli, anzi, e ci restituisce un affresco non solo pomposo ed esaltante, ma anche accorato e sofferente, aggettivi tutti che rispecchiano alla perfezione la parabola umana descritta nel testo e nella partitura. Fondamentale l’apporto di solisti, a cui si aggiungono il soprano Elena Bertuzzi e il tenore Alessio Tosi, così come quello dello straordinario coro da camera Ricercare Ensemble, di origini mantovane, vero gioiello istruito dal maestro Romano Adami.
Il neonato Istituto Giovanni Battista Lulli, ideato da Federico Maria Sardelli e Samuele Lastrucci, suo discepolo, non poteva avere inaugurazione migliore, accolta da un trionfo che dimostra una volta di più quanto Lulli possa esaltarci e farci felici. Apoteosi.
Mattia Marino Merlo – Sala Mehta, Maggio Musicale Fiorentino, 5 febbraio 2023