Chiara e Serafina è un’opera semiseria di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani.

L’opera venne eseguita al teatro alla Scala di Milano nel 1822 ma dopo una dozzina di rappresentazioni pare che sia stata totalmente abbandonata non essendo mai più stata eseguita fino ad oggi.

Nobilissimo e lodevole l’intento della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo di celebrare il bicentenario delle prime rappresentazioni delle opere del maestro bergamasco, operazione che richiedere la riscoperta filologica di lavori teatrali mai visti né ascoltati perché finite nell’oblio subito dopo la pubblicazione.

In questa sede manifesteremo la nostra impazienza per questo ascolto cercando di osservare da vicino il libretto originale e di estrapolarne il più ampio numero di informazioni preliminari.

            Trama e struttura

Don AlvaroCapitano di vascello, reduce della schiavitù d’Algeri, padre di
Serafinae di
Chiara 
Don Fernandotutore di Serafina, falso amico di Don Alvaro, ricco signore di Minorca
Don Ramirofiglio del Podestà di Minorca, destinato sposo di Serafina
Picaroantico servitore di Don Fernando, ora Pirata
Don Meschinobenestante del Villaggio di Belmonte, uomo sciocco, e innamorato di
Lisettafiglia di Sancio e di
Agnesecustode del castello di Belmonte
Spalatro, Gennarocapi de’ Pirati
Cori e ComparsePaesani e Paesane. Pirati, Guardie
  
 La Scena è nell’Isola di Majorica nel vecchio castello di Belmonte, e nel palazzo di Don Fernando

Personaggi e interpreti

RuoloVoceInterpreti della prima
(26 ottobre 1822)
ChiarasopranoIsabella Fabbrica
SerafinamezzosopranoRosa Morandi
Don Ramiro, figlio del podestà di Minorca, destinato sposo di SerafinatenoreSavino Monelli
Picaro, antico servitore di don Fernando, ora piratabassocantante Antonio Tamburini
Lisetta, figlia di Sancio e di Agnesecontralto o sopranoMaria Gioja-Tamburini
Agnese, custode del castello di BelmontemezzosopranoCarolina Sivelli
Don Meschino, benestante del villaggio di Belmonte, uomo sciocco e innamorato di LisettabassoNicola de Grecis
Don Fernando, tutore di Serafina, falso amico di don Alvaro, ricco signore di MinorcabassoCarlo Poggiali (o Poggioli?)
Don Alvaro, capitano di vascello, reduce dalla schiavitù d’Algeri, padre di Serafina e ChiarabassoCarlo Pizzochero
Gennaro, capo de’ piratibassoCarlo Poggiali
Spalatro, capo de’ piratitenoreCarlo Dona

Atto I

[Scena 1 – 6]

Spiaggia di mare coperta di rovine moresche: sorge a destra un rustico fabbricato donde si scende per un sentiere che conduce alla marina.

            Qua e la vedonsi delle arcate, delle colonne infrante, e degli avanzi di diversi monumenti, nel mezzo dei quali crescono arboscelli, fiori e piante parasite.

            A sinistra vi è un sarcofago antico; in fondo alcuni scogli sorgono dal mare, e da un lato più vicino alla spiaggia evvi una rocca dirupata.

È appena giorno.

La riva è coperta di pescatori. Chi reca nasse, chi reti, chi è intento a varare barchette. Tutto è in movimento.

Il villaggio di Belmonte è in fermento: già alle prime luci dell’alba è raccolto sulla spiaggia per la grande pesca che s’intende dedicare all’imminente matrimonio “dell’amabil Serafina”. Gli unici due fuori dal coro sono Lisetta e don Meschino, due isolani anch’essi prossimi alle nozze: i loro bisticci mettono in mezzo l’anziana di lei madre, mamma Agnese. A turbare questo quadretto una burrasca, di fronte alla quale gli abitanti e i pescatori scappano ritrovando riparo nelle proprie case.

La tempesta fa approdare i naufraghi don Alvaro e la figlia Chiara, che appena toccano terraringraziano il cielo, e i pirati. Fra questi Picaro, che si vede complottare con don Fernando: il pirata si fingerà il padre di Serafina affinché questa sposi don Fernando.

            1. Introduzione L’alba in cielo appar già chiara

                        Coro, Agnese; Meschino, Lisetta.

                        ottonari; quinari, doppi senari

            2. Cavatina Queste romite sponde

                        Chiara; Alvaro

                        settenari, senari

            3. Coro e cavatina Maledetto il temporale… Il mestier del corseggiare

                        Coro; Picaro

                        ottonari, quinari; doppi quinari, ottonari

[Scena 7 – 11]

Il teatro rappresenta un agreste recinto nei giardini del castello di Don Fernando, fatto a guisa di capanna: in fondo è un cancello che mette alla campagna.

La scena si cambia in una campagna in cui sorprendiamo due personaggi in languidi atteggiamenti d’amore: Serafina sospira d’amor e don Ramiro d’amor sorride, confidando che la loro vita sia e resti “come un sogno lusinghiero”.

Metricamente molto interessante il duettino si apre con tre quartine dal sapore quasi antico, seicentesco, in settenari e quinari e si chiude con una sestina in ottonari.

(S; R: STta ; S, R: BTtB ; S, R: ABBtAt)

L’idillio è presto rotto: irrompe don Fernando che presenta Picaro a Serafina come suo padre. L’immediato contento del ritrovamento è interrotto dall’arrivo di un mendicante, in realtà Chiara travestita e finta muta: Serafina, che non riconosce la sorella, pietosamente ottiene di accoglierla nel castello e questa, prima di entrare, mette in allarme Don Ramiro.

Picaro rimane solo con Serafina e i due si lanciano in un duetto che ha molto del buffo: la ragazza si affida totalmente al finto padre che invece medita di rapirla.

Subito dopo il duetto segue un recitativo in cui si vede Picaro riferire a don Ferrando che il piano messo in atto per il rapimento di Serafina è andato a buon fine e Chiara, ascoltata l’intera conversazione, intenzionata a riferire a Don Ramiro la “congiura orrenda”.

4. Duetto Come più dolce il zefiro

            Serafina, Ramiro

            settenari, ottonari

5. Duetto Per vederti, o mia figliola

            Picaro, Serafina

            ottonari, senari

[Scena 12 – 20]

Sala antica nel castello abbandonato di Belmonte. Evvi da un lato un piedistallo quadro con una statua rappresentante un guerriero che calpesta un affricano.

Due porte laterali chiuse; alla dritta la gran porta d’ingresso mezza aperta.

La scena si sposta all’interno del castello di Belmonte dove Spalandro si fa ingresso con altri cinque o sei pirati. A Spalandro si concede una cavatina accompagnata dai compagni dando così dignità ha dei personaggi che altrimenti, sebbene compaiono nel titolo dell’opera, possono apparire marginali.

(Sp.: ABABCt; Coro: Ct)

            All’interno della solita sala viene a trovarsi Don Meschino che va cercando la Lisetta ma viene prima sorpreso dai pirati e poi deriso da Agnese, Lisetta, Don Alvaro e dai paesani Accorsi alle grida di costui.

Felice Romani concede qui a Don meschino un’aria complessa da primo buffo, prima accompagnata dal dal coro dei pirati e poi dai personaggi soprannominati in qualità di pertichini.

L’aria si articola in tre sezioni: nella prima si vede Don Meschino lamentarsi, fondamentalmente, della capricciosità di Lisetta; successivamente si vedono i pirati che di soppiatto spengono la fiaccola di Don Meschino per poter scappare e finalmente l’ingresso degli altri personaggi che entrano e, non credendo alla versione dell’isolano, ridono e gli danno del babbuino.

            La lunghissima scena finale vede il villaggio raccolto nel castello di Belmonte. Lisetta racconta la vicenda di Don Alvaro (1.a aria Lisetta) ma viene interrotta da Meschino che apprezza Picaro e Serafina coperta da un velo accompagnati da una lettera don Fernando che impone ad Agnese di accoglierli (2. Sest.). Giunta la notte, Chiara raggiunge don Alvaro (3. Cav.); padre e figlia non sanno che a spiarli c’è Picaro, in cerca di un passaggio segreto per una cisterna indicatogli da un biglietto di Don Fernando. Picaro esce allo scoperto sorprende Chiara e don Alvaro e finge pentimento per le proprie malefatte (4. Ter.): in verità, appena ne ha l’occasione, rinchiude Chiara in uno degli appartamenti. Serafina raggiunge Picaro, credendolo ancora suo padre, a sentire il villaggio invocare il nome di Don Alvaro: senza smentirla lui la conduce con sé nella cisterna segreta (5. D).

Inutile l’ingresso degli altri personaggi, infiammati dallo sdegno del rapimento di Serafina da parte di un pirata (6. Str).

            6. Aria Mi dicea la nonna mia

                        Meschino; Coro, Agnese, Lisetta, Alvaro

                        ottonari

            7. Finale I Il castello di Belmonte

                        1-2: ottonari

                        3: settenari

                        4: settenari, ottonari

                        5: settenari

                        6: ottonari

           

Atto II

[Scena 1– 12]

Interno di un’antica cisterna punto in fondo, da un lato, avvi una porta chiusa, dall’altro un’apertura che mette ad una scala fatta a chiocciola, la quale fingesi che termini ad altri corridoi più alti del castello, e al trabocchetto della statua ove Picaro si è celato con Serafina. Da una parte e dall’altra rovine, arcate, e nascondigli. È notte.

I pirati si ritrovano all’interno di una cisterna, l’ambiente che dà il nome alla commedia originale di Charles Guilbert de Pixerécourt; in costoro si imbatte sempre il malcapitato don Meschino che devia la loro attenzione sulla ricerca del traditore Picaro. Meschino rimane con Chiara e l’atmosfera oscura e pericolosa si distende grazie a un duetto buffo che rimarca la potenza delle donne contro l’inadeguatezza maschile:
            Ch.      Sorte amica all’ardimento

                        il sentiero ne aprirà.

            Mes.   Ah! se giungo a salvamento

                        un miracolo sarà.

I due “s’internano nei sotterranei” e compare Picaro che si trascina Serafina e la lascia da sola nel fondo della cisterna. Lo sgomento di lei dura poco: in breve i pirati trascinano in scena Lisetta, Chiara e don Meschino e sono subito raggiunti da Picaro. Le sorelle Chiara e Serafina si riconoscono e Picaro è smascherato del suo travestimento di padre, in quello che diventerà sicuramente un dinamicissimo pezzo di insieme.

I pirati nascondono Serafina e Lisetta in fondo ai sotterranei e Chiara, ancora travestita da mendicante, rimane con don Meschino. Picaro fa uscire le prigioniere dal fondo e inaspettatamente libera le prigioniere e partecipa al loro piano di fuga. Le donne rimangono da sola ad aspettare e dall’ingresso della cisterna arrivano don Meschino con Picaro e soprattutto Ramiro con gli Alguazili intenti a salvare tutti dai pirati.

8. Coro Capitano! Che avvenne? Ascoltate…

            Spalandro, Gennaro, Coro

            decasillabi

9. Duetto Ah! Signora, l’abbiam fatta

            Meschino, Chiara

            ottonari

10. Recitativo e Aria Quale orrendo soggiorno!… Fra quest’ombre, in questo orrore

            Serafina

            ottonari

11. Scena di Serafina Io tua preda!… oh! mio dolore!

            Serafina; Picaro, Chiara, Meschino, Lisetta, Gennaro, Coro

            ottonari, doppi quinari

12. Terzetto e Quintetto Chiara!… ebbene questa volta… Mia sorella! Chiara mia

            Meschino, Chiara, Picaro; Serafina, Lisetta

13. Terzetto e Sestetto Tremante, smarrito… Silenzio! alfine ei scende

            Chiara, Serafina, Lisetta; Meschino, Ramiro, Picaro

            senari; settenari, ottonari

[Scena 13 – 15]

            Spiaggia di mare, come nell’atto I.

Sulla spiaggia, pescatori e isolani festeggiano. Il finale è costituito da un rondò affidato a Chiara: Don Fernando è stato fermato ePicaro viene ricompensato per il suo ravvedimento.

14. Coro Vittoria, vittoria!

            senari

15. Rondò finale di Chiara Prendi, o padre; il tuo gran nome

            ottonari, quinari

Buon ascolto a Bergamo!

Matteo Oscar Poccioni

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