Principe Caprice, figlio del Re V’lan, en travestiViolette Polchi
Principessa Fantasia, figlia del Re CosmosSheva Tehoval
Re V’lan / Un Borghese / Un MercanteMatthieu Lécroart
Principe Quipasseparla / Un FabbroPrincipe Quipasseparla / Un FabbroPierre Derhet
Microscope, astronomo, tutore di Caprice / Un MercanteRaphaël Brémard
Popette, moglie di Re Cosmos, innamorata di Microscope / Una BorgheseMarie Lenormand
Cosmos Re dei Seleniti / Commissario / Un MercanteThibaud Desplantes
Flamma / Adja / Una Borghese / Una donna fabbroLudivine Gombert
Cactus / ParabaseChristophe Poncet de Solages
  
DirettorePierre Dumousaud
  
Coro e Orchestra Nazionale di Montpelier Occitanie

Le voyage dans la lune ebbe la sua prima il 26 ottobre del 1875 al Théâtre del la Gaîté. Lo si ricorda come uno spettacolo grandioso in quattro atti, 23 scene e ben 32 numeri musicali. Vi sono legami col romanzo Dalla terra alla luna di Jules Verne, che ebbe di che lamentarsi col compositore e con i librettisti (forse per le divergenze rispetto al romanzo). Offenbach a fine carriera compose ben 5 opera-féerie, cioè opere fantastiche, della durata di più di 3 ore ciascuna, con numerosi balletti nei vari atti, continui cambi di scene e costumi ideati per stupire il pubblico parigino. Les opera-féerie sono: Le roi Carotte, Orphée aux enfers (versione 1874), Whittington (col titolo alternativo Le chat du diable), Geneviève de Brabant (versione 1875) e Le voyage dans la lune. Tale blocco di opere rappresentò uno sforzo economico notevole per il compositore, che ne era anche produttore. Quest’ultima opera fu suggerita a Offenbach da Albert Vizentin, direttore del Théâtre de la Gaîté, su un libretto scritto a più mani da Albert Vanloo, Eugène Leterrier e Arnold Mortier.

L’allestimento fu grandioso. Tra le varie scenografie realizzate ci fu una copia esatta dell’Osservatorio astronomico di Parigi, una fucina, il paesaggio lunare, un balletto con la neve, la presenza in scena di un dromedario dal Jardin d’Acclimatation di Parigi, un palazzo di madreperla e l’esplosione di un vulcano nel finale ultimo. Due balletti di lunga durata e quasi 700 costumi completavano il tutto. Offenbach amava molto i ruoli en travesti e il principe fu interpretato dalla mitica Zulma Bouffar, sua cantante feticcio e Vlan fu impersonato da Christian Perrin, cantante ottimo e di grande esperienza, che garantìrono il successo della pièce. Nel febbraio del 1876, il ruolo di Popotte, regina della Luna, passò alla celebre Thérésa  (pseudonimo di Eugénie Emma Valladon, celebre sciantosa nei café-concert) per la quale Offenbach aggiunse quattro arie che però non sono incluse in queste registrazione, neppure in appendice. Londra e Vienna prestoaccolsero positivamente questa opera di grande successo.

Negli anni ’80 del ‘900 Jérôme Savary realizzò alcune produzioni dell’opera, tra cui quella del 1985 al Grand Théatre de Génève (reperibile su Youtube) e denunciò le troppe libertà prese sul testo musicale dal regista. Per esempio il principe è un tenore, modificando tutti gli equilibri della partitura, i brani sono in ordine sparso, manca il primo balletto delle Chimere e altri difetti gravi sono compensati solo parzialmente dalla fantasia del regista. Nel 2014 e 2016 ci sono state altre riprese in Francia ma l’edizione di cui stiamo parlando in questa recensione è di un livello superiore.

Palazetto Bru Zane ci propone una edizione integrale dei 32 brani musicali che compongono la partitura, rispettando l’ordine dei pezzi e trovando una ottima voce mezzosopranile per il principe Caprice. Vengono ridotti di molto i dialoghi parlati sapendo che il doppio CD ha una diffusione internazionale e non solo francese, spiace però che il libro allegato non riporti i libretti completi come concepiti alla prima assoluta.
Nel primo atto ha grande parte il principe Caprice, che come capriccio, vuole andare sulla luna insieme all’astronomo Miscroscope e a suo padre, il Re Vlan. Nel primo atto ci sono tre grandiosi cori, quello degli Astronomi, dei Fabbri e ancora quello degli Astronomi.
Nel secondo atto un brano eccezionale è il Rondo de l’Obus, il mezzo con cui si sono recati sulla luna. Iniziamo a fare conoscenza con la principessa Fantasia, una sua aria e il duetto d’amore delle mele, frutto sconosciuto sulla luna. Conclude l’atto l’ampio balletto delle Chimere, inciso per la prima volta. Offenbach era un maestro della musica di danza e questo brano è un esempio della sua capacità.
Nel terzo atto conosciamo Qui Pass’Par-Là e Caprice intona la Ronda dei Ciarlatani, pezzo tra i più amati dell’opera dove Offenbach riesce ad imitare gli strilloni e i venditori di strada. Il superbo Finale della Neve, dove tutti esprimono i brividi cantando “Brrrrrrrrrr” “Brrrrrrrrr”, è seguito dal balletto dei fiocchi di neve inciso più volte in disco. Il quarto atto è particolarmente breve e include lo scoppio del vulcano, con musica recuperata da Offenbach da un balletto alternativo per Orfeo all’InfernoLa Royaume de Neptune.

Il mezzosoprano Violette Polchi rende giustizia al delicato ruolo del Principe Caprice, en travesti. La romance “O reine de la nuit” si svolge dolce e carezzevole e con acuti ben sonori e intonati. Segue dopo poco la valse chantée “Monde charmant que l’on ignore” sviluppato nella sua integrità e con la linea di canto fatta di scalette che puntano alle note acute con un insolito “ritardando” che aumentano così “l’anelito” del principe. Violette Polchi canta un velocissimo scioglilingua nel Rondo de l’obus “Dans un obus qui fend l’air”, un vero tour de force pienamente riuscito ed elettrizzante.

Il soprano Sheva Tehoval interpreta la Principessa Fantasia, figlia del Re Cosmos e ci appare con i couplets “Tu devais, le jour de ma fête” dove una buona coloratura indora tutto il brano. Bene emerge il carattere di Fantasia nel duetto delle mele dove l’innamoramento è quasi istantaneo con Caprice. La voce è quella di soprano leggero e si adatta a perfezione alle necessità della partitura, basti ascoltare “Je suis nerveuse”.

Matthieu Lécroart è un basso baritono superlativo e crea un Re V’lan perfetto. Il canto è sempre molto “croccante” con una pronuncia francese esemplare con la quale riesce a sviluppare mille nuances in ogni passaggio. “V’lan, V’lan, je suis V’lan” è un ingresso paradigmatico per il Re, impegnato anche in molti brani d’assieme negli atti successivi che necessitano del suo notevole apporto, con voce elegante e robusta al tempo stesso.

Pierre Derhet interpreta con la sua voce tenorile il Principe Quipasseparla nella famosa scena del mercato.

Valido Raphaël Brémard come l’astronomo Microscope e bravi i vari ruoli secondari che tengo alto il valore di questa equilibrata registrazione.

Il Coro di Montpellier è eccellente e canta moltissimo. Il coro che apre il secondo atto è ambientato sulla luna e Offenbach si inventa un effetto particolare facendo cantare i Seleniti dietro il sipario, creando un’aura di mistero, effetto che però non si avverte nella registrazione. Il coro spesso ripete le frasi dei solisti con grande enfasi nei brani che si succedono veloci.

L’orchestra è ben preparata e conosce questo repertorio a memoria. Già la sinfonia è un capolavoro con un grande momento lirico contrapposto ad un indiavolato galop che ritroveremo nell’opera. Pierre Dumoussaud sceglie tempi sempre molto veloci dando così ritmo e interesse alla partitura di Offenbach.
Un doppio CD che abbiamo ascoltato più volte sempre con rinnovato interesse. L’equilibrio della registrazione è perfetto e il libro a corredo è come al solito esaustivo. Consigliamo l’ascolto di questa musica spumeggiante che infonde buonumore. Non ve ne pentirete.

Fabio Tranchida

Bru Zane ‘Opéra français’ series, volume 32 
Registrato nel 2021, Salle Beracasa, Corum de Montpellier, France 
BRU ZANE BZ1048 [2 CD: 151 minuti] 
ASIN ‏ : ‎ B09WPTYXQ9 
Saggi e libretto in francese ed inglese