Igor’ Stravinskij

Mercoledì 6 luglio 2022

AFTERITE

Marco Agostino, Martina Arduino, Caterina Bianchi, Nicola Del Freo, 
Christian Fagetti  Alessandra Ferri, Maria Celeste Losa, Valerio Lunadei,

Mattia Semperboni, Gioacchino Starace, Virna Toppi, Navrin Turnbull,  Rinaldo Venuti

LORE

Timofej Andrijashenko,  Claudio Coviello,  Agnese Di Clemente, 
Domenico Di Cristo, Nicoletta Manni, Alice Mariani

Giordana Granata, Camilla Cerulli, Andrea Crescenzi, Matteo Gavazzi, Marta Gerani,

Linda Giubelli, Darius Gramada, Valerio Lunadei, Letizia Masini, Marco Messina,

Benedetta Montefiore, Rinaldo Venuti

Corpo di Ballo, Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

DirettoreKoen Kessels
AFTERITE Nuova produzione Teatro alla Scala Allestimento del Royal Danish Theatre Commissionato da American Ballet Theatre e The Royal Danish Ballet Prima rappresentazione assoluta Metropolitan Opera House, New York, 22 maggio 2018.   Wayne McGregor, coreografia
Igor’ Stravinskij, musica
Vicki Mortimer, scene e costumi
Lucy Carter, luci
Ravi Deepres, film design Uzma Hameed, drammaturga   Alessandra Ferri, artista ospite
con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala
LORE Nuova produzione Teatro alla Scala Prima rappresentazione assoluta
Wayne McGregor, coreografia
Igor’ Stravinskij, musica
Vicki Mortimer, scene e costumi
Jon Clark, luci
Ravi Deepres, film design Uzma Hameed, drammaturga   Karine Babajanyan,​ soprano​
Olga Savova, mezzosoprano
Vasily Efimov, tenore
Alexei Botnarciuc, basso Alberto Rota, basso profondo del Coro   Davide Cabassi, pianoforte primo
Giorgio Martano, pianoforte secondo
Andrea Rebaudengo, pianoforte terzo
Marcelo Spaccarotella, pianoforte quarto Andrea Bindi, timpani Gianni Massimo Arfacchia, Gerardo Capaldo, Francesco Muraca, 
Elio Marchesini, Antonello Cancelli, percussioni

Igor’ Stravinskij compose La sagra della primavera e una decina di anni dopo Le nozze. Wayne McGregor con una operazione raffinata mette in dialogo questi due balletti collegandoli fra loro. Nel 2018 vi è la prima di AFTERITE con l’American Ballet Theatre di New York. La scena viene pensata presso il deserto di Atacama in Cile, uno dei luoghi più inospitali della terra. Sulla scena vediamo una serra che contiene piante che crescono non a contatto con la terra in un futuro che forse non sarà troppo lontano visti i continui cambiamenti climatici. Il ruolo della madre è stato creato apposto per Alessandra Ferri che abbiamo ammirato anche questa sera. McGregor l’ha scelta per la sua lunga esperienza, per la sua età, per il suo aspetto e le ha messo accanto due fanciulle, una destinata a morire nella serra a causa dei gas venefici e una a essere protagonista della parte iniziale di LORE balletto concepito ed eseguito per la prima volta proprio qui alla Scala.


AFTERITE significa dopo il rito, dopo i tanti riti legati in questi 100 alla sagra della primavera. Un rito in un futuro prossimo in una terra desertificata. La prima parte della composizione di Stravinskij è eseguita dai soli fiati che entrano in partitura mano a mano. I primi ballerini imitano il volo degli uccelli o il movimento dei pesci. Quando la composizione diventa più ritmica ecco comparire statuario Mattia Semperboni in un passo che evolve fino a diventare un passo a 4. Gli archi nelle regioni gravi introducono l’entrata in scena della “madre” Alessandra Ferri che in piena forma e con passi asciutti e precisi disegna un algido passo a due senza inutili orpelli. Alessandra Ferri viene incappucciata e derisa da tutto il corpo di ballo. Della sorte delle due figlie abbiamo già detto e il balletto si conclude con la presenza della sola Alessandra Ferri in scena, in preda alla disperazione.

La seconda parte del balletto è in prima mondiale ma si collega con AFTERITE. Siamo sempre nel deserto cileno, dove sono presenti i più importanti telescopi che scrutano i cieli. Le sonorità ideate da Igor’ Stravinskij sono modernissime, tutte basate su strumenti a percussione tra cui emergono 4 pianoforti. Alcuni anni dopo Carl Orff approntò la partitura dei Carmina Burana che ha simili sonorità con la partitura de Le nozze. Vi è la presenza, nelle Nozze, di quattro solisti e del coro al gran completo.
I 4 solisti sono penalizzati un poco dal fatto di cantare nella buca d’orchestra e il loro canto non emerge, ma viene soffocato un poco dall’orchestra.  Wayne McGregor elabora la danza su diversi piani, in contemporanea vengono sviluppati più layer in tutta la profondità della scena. I colori delle tute dei solisti sono azzurro, marrone e verde marcio; mentre i colori dal corpo di ballo sono più scuri comprendendo il neo e il marrone scuro.
Timofej Andrijashenko,Claudio Coviello, Agnese Di Clemente, Domenico Di Cristo, Nicoletta Manni e Alice Mariani sono i 6 ballerini solisti. Durante il balletto costituiscono 3 coppie formate da uomo e donna, due uomini e due donne. Il loro ballo a 6 ha degli elementi di danza tribale. Il suono finale delle campane, ripetuto più volte, sancisce per il compositore il coronamento delle Nozze mentre per il coreografo non si ha una vera e proprio conclusione: ci troviamo in un futuro apocalittico senza possibilità di riscatto.

Il balletto originario della Nozze sarebbe  suddiviso in quattro scene che si succedono senza interruzioni, la treccia (la benedizione della sposa), benedizione dello sposo, partenza della sposa e festa di nozze che appunto si conclude con il suon delle campane. Wayne McGregor logicamente non spezza il balletto in 4 parti ma ne dà una visione continuativa.
L’orchestra dalle Scala e il Coro affrontano con sicurezza queste due partiture così complesse. Koen Kessels dirige con grande precisione esaltando i ritmi così mutevoli di entrambe le composizioni. Finalmente dei balletti nuovi sul palco della Scala salutati da grande successo.

Fabio Tranchida