Musica di Léo Delibes

Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala

Produzione Teatro alla Scala

Coproduzione del Teatro alla Scala e Wiener Staatsballett

Recensiamo la recita di sabato 21 maggio 2022

Sylvia Nicoletta Manni

Aminta Timofej Andrijashenko

Orione Marco Agostino

Eros Mattia Semperboni

Diana Maria Celeste Losa

Endimione Gabriele Corrado

Un fauno Federico Fresi

Una naiade Agnese Di Clemente

Una contadina Antonella Albano

Un pastorello Valerio Lunadei

Due cacciatrici Gaia Andreanò, Vittoria Valerio

Due schiave nubiane Camilla Cerulli, Benedetta Montefiore

e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala

CoreografiaManuel Legris
daLouis Mérante e altri
Drammaturgia e librettoManuel Legris e Jean-François Vazelle
daJules Barbier e barone Jacques de Reinach
DirettoreKevin Rhodes
Scene e costumiLuisa Spinatelli
Assistente alle scene e costumiMonia Torchia
LuciJacques Giovanangeli

Lèo Delibes era molto apprezzato da Pëtr Il’ič Čajkovskij, che ebbe modo di ascoltare Sylvia nel 1877 a Vienna. La musica di Delibes fece un poco cambiare il suo stile, come possiamo vedere ne La bella addormentata e nel più tardo Schiaccianoci. Delibes aveva già raccolto un ampio successo con Coppelia che tratta un episodio de Les contes d’Hoffmann precisamente l’episodio di Olympia. Ne era noto il dramma in prosa e solo nel 1881 andrà in scena la versione lirica di Offenbach. Jules Barber è autore sia del libretto de Les contes d’Hoffmann sia del testo di base del balletto Sylvia che rimanda all’Aminta del Tasso.
Il balletto ebbe successo all’Opéra più per la squisita musica di Delibes che per il libretto pot-pourri che pesca da varie tradizioni, greche, romane e barocche. Valzer, galop e marce sono i brani che tutti i parigini si aspettavano e spesso sono confrontabili per fattura con i corrispettivi di Coppelia.
Il coreografo Manuel Legris lavora a fondo sulla trama per un maggior equilibrio tra i personaggi. Per esempio crea un passo a due tra Diana e Endimione sfruttando la musica del prologo.
Diana è Maria Celeste Losa e Endimione è Gabriele Corrado, entrambi molto eleganti nel loro pas de deux. Ma ben presto il suono del corno rimanda Diana ai suoi doveri e il balletto vero proprio inizia sullo sfondo della statua di Eros citazione del Canova presente a San Pietroburgo. L’opera inizia col copro di ballo che impersona fauni e ninfe, i primi più giocherelloni nella loro tuta maculata, le seconde più seriose.


Squillante marcia, di eleganza ben maggiore della cavalcata delle Walchirie, introduce l’ingresso di Sylvia e delle amiche cacciatrici. Sylvia è Nicoletta Manni, mirabile nelle variazioni in punta e soprattutto negli ampi grand jetés. Stupendo il Valzer lento, dotato di una grazia tipicamente francese che si conclude con una coda più forte e una ripresa in piano. La doppia freccia di amore fa innamorare Sylvia di Aminta ma il loro passo a due dovrà attendere fino al terzo atto purtroppo.
Tamburelli e triangolo contraddistinguono la musica popolare dei contadini. Appare poi Orione, il longilineo Marco Agostino che sorprende con dei passi di notevole ampiezza e precisione. Agostino rapisce Sylvia in poche battute e ritroviamo Aminta addormentato risvegliato da una misteriosa strega (Eros travestito) che solo nelle ultime battute si rivela. La musica legata alla strega è popolare, ed è quasi comica. Nel secondo atto interessante la danza delle odalische e il pas de deux tra Sylvia e Orione. Sylvia seduce falsamente Orione e lo fa bere per cercare di scappare dalla sua nefasta presenza. Indiavolato il galop con i tamburelli che interrompe la scena seguita da un parossismo orchestrale che indica la passione di Orione giunta all’acme. Ma Eros, il ballerino Mattia Semperboni, che compare nel suo carro dorato salva la situazione. Il terzo atto si apre con una grande marcia con contadini mischiati ai fauni dove si inneggia al vino rappresentato da una grande coppa. Legris introduce qui un pas de deux tra Aminta ed Eros. Eros, il magnifico Mattia Semperboni, a cui vengono affidati ruoli sempre più importanti, brilla in questo ruolo. Lo ricordiamo alcuni anni fa ne Il Corsaro e di recente come idolo d’oro nella Bayadere di dicembre 2021. Il brano “pizzicati” è una variazione di Sylvia tutta giocata sulle punte. Il pas de deux tra Sylvia e Aminta permette a quest’ultimo, Timofej Andrijashenko, di brillare con salti di forza e con muscoli veramente guizzanti. Segue un brano di Eros con passi velocissimi e precisi. Gradi gli applausi a scena aperta. Prosegue il balletto con un valzer di notevole ampiezza a due, che suggella il loro amore. Un leggero galop porta all’ultimo incontro con Diana che ricordando l’amore per Enidimione suggella positivamente l’amore tra Sylvia e Aminta.
Una coreografia studiatissima e di raro equilibrio. Una trama rinforzata da Legris per una maggiore continuità nella trama. Le scene e costumi di Luisa Spinatelli sono sempre una garanzia: le scenografie rappresentano la grotta di Orione e il tempio di Diana. I costumi sono raffinati e preziosi con colori ben studiati riferendoli alla scenografia. Orchestra brillante, sia nelle sonorità più rarefatte del valzer lento sia nelle marce squillanti con trombe e corni. Una vera gioia per occhi e orecchie. Ritorneremo alle prossime repliche con ulteriori cambi di cast.

Fabio Tranchida