Festa teatrale in musica
Libretto di Andrea Moniglia
Musica di Jacopo Melani

Ercole Marco Angioloni
Megara Carlotta Colombo
Ilo Filippo Mineccia
Iole Valeria La Grotta
Berecinta/Venere Eleonora Ronconi
Giove Alessandro Ravasio
Gloria Benedetta Corti
Virtù Vincenzo Franchini
Giunone Valentina Vitolo
con Francesco Grossi e Filippo Lai

Coro e Orchestra I Musici del Gran Principe
Direttore Samuele Lastrucci
Regia di Massimo Pizzi Gasparon Contarini

L’ Ercole in Tebe di Jacopo Melani, più che una opera lirica in senso stretto è una grande festa teatrale della durata di 5 ore, come ci tramandano le fonti. Il teatro alla Pergola, primo teatro “all’italiana” coi palchetti e la forma ad elisse per una migliore acustica, era già aperto da alcuni anni ma la vera e propria inaugurazione avvenne il 12 luglio 1661 con l’Ercole in Tebe, a conclusione dei festeggiamenti per le nozze tra il futuro granduca Cosimo III de’ Medici e Marguerite Louise d’Orleans. Questi festeggiamenti durarono un mese intero. L’architetto e sculture Ferdinando Tacca che costruì la Pergola fu incaricato anche delle 12 diverse scenografie che si succedevano nelle 5 ore di spettacolo. Anche il Bibbiena, per esempio, quando costruì il Comunale di Bologna curò le scenografie della prima opera, Il trionfio di Clelia, e ciò avvenne 100 anni dopo l’Ercole.

Ercole-in-Tebe - Teatro della Toscana

La scelta della rappresentazione di oggi è stata quella di ridurre lo spettacolo ai minimi termini, lasciando solo due coppie protagoniste Ercole e Megara, Ilo e Iole. Altri sei personaggi vengono interpretati da solisti del Coro e rappresentano le divinità nel prologo e nell’ultimo atto.

La prima coppia protagonista, Ercole e Megara, rappresenta in realtà Ferdinando II de’ Medici e la moglie Vittoria della Rovere, mentre la seconda coppia, Ilo e Iole, rappresentano gli sposi da festeggiare Cosimo III e Margherita Luisa d’Orleans.
Due giovani, Francesco Grossi e Filippo Lai, non solo introducono lo spettacolo ma collegano i vari brani cantati cercando di spiegare l’intera vicenda. Parte del loro commento è ispirato agli scritti dal bibliotecario di corte, Alessandro Segni, presente all’evento e in parte leggono le lunghe didascalie del libretto che purtroppo non è stato fornito al pubblico. Bisogna dire che lo spettacolo è durato solo una ora e venti minuti compreso appunto tutta la parte recitata dagli attori, quindi abbiamo ascoltato solo 50 minuti di musica di questa enorme partitura ritrovata recentemente in 4 esemplari sparsi per l’Europa. Secondo noi bisognava eseguire più brani per immergersi nella musica di Melani. Inoltre di due atti si è eseguito solo un brano, veramente poco, oltretutto pensando ai validi cantanti a disposizione.

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Filippo Mineccia dalla carriera internazionale e conosciuto da tanti anni con le sue numerose attività all’Auditorium LaVerdi di Milano, è il migliore sulla scena, un controtenore dotato di una voce ben proiettata, elegante, senza la minima artificiosità. Esordisce con un duetto pieno di sospiri con l’amata Iole. Nel V atto, quando le due coppie cantano insieme, Mineccia risalta sempre.
Valeria La Grotta, dal colore scuro, intreccia molto bene il suo canto a quello di Ilo. Potete trovare su queste pagine una recensione del suo Cd dedicato a Leonardo Vinci dove la sua voce viene esaltata al massimo. Carlotta Colombo esordisce con una aria drammatica a imitazione del pianto impersonando Megara. Il suo timbro è più chiaro ed è molto precisa nell’esecuzione dei suoi passaggi.  Marco Angioloni ha pubblicato di recente due notevoli CD: nel 2020 Il canto della nutrice dove affronta il ruolo della nutrice che nel ‘600 era affidato a tenori in chiave comica. Recentissimo il CD A Baroque tenor con una interessante selezione settecentesca. Nella recita odierna dobbiamo evidenziare una certa insicurezza nella parte e il mancato acuto richiesto a uno dei pochi brani. Spiace perché il tenore ha dimostrato già altre volte le sue capacità. Una voce di non ampie dimensioni ma ben curata e raffinata.

Ercole-in-Tebe - Teatro della Pergola

Ottimo il Coro e l’Orchestra de i Musici del Gran Principe. Il coro si è disimpegnato anche nei vari personaggi richiesti e plauso particolare meritano il basso Alessandro Ravasio, Giove, dalla voce ricca e potente e il controtenore Vincenzo Franchini ottimo nella Virtù. L’orchestra preparata da Samuele Lastrucci è tra le cose migliori della serata, con un suono divino e molto vario per esempio nella scelta delle percussioni. Ottima la scena della discesa all’Ade che ha impegnato tutto il coro e la piena orchestra.

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Massimo Pizzi Gasparon Contarini riutilizza abiti del suo repertorio e pone le due coppie protagoniste in primo piano per tutto il tempo dello spettacolo. Eleganti movimenti e pose plastiche. Molto felici di aver assistito a questo spettacolo unico, avremmo solo preferito che i brani in selezione fossero stati più numerosi per far risaltare le doti dei cantanti e raccontare in maniera più ampia la vicenda. Certo 5 ore sarebbero state troppe ma 2 ore e 30 minuti sarebbero state perfette per assorbire e apprezzare al meglio questa Festa Teatrale. Melani è stato di recente riscoperto in tre produzioni importanti de L’empio punito, il primo che mette in musica la vicenda di Don Giovanni.

Fabio Tranchida   

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