Musica di Franz Joseph Haydn
Oratorio su libretto di Gottfried van Swieten Hob. XXI:2
Versione in italiano di Dario Del Corno rivista da Filippo Del Corno
Rappresentazione in forma scenica
Gabriele Rosalia Cid
Uriele Vassily Solodkyy
Raffaele Alessio Arduini
Adamo Jan Antem
Eva Sabrina Sanza
Direttore Fabio Luisi
Regia Fabio Ceresa
Scene Tiziano Santi
Costumi Gianluca Falaschi, Gianmaria Sposito
Coreografo Mattia Agatiello
Luci Pasquale Mari
Scenografo collaboratore Alessia Colosso
Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari
Coro Ghislieri
Fattoria Vittadini
Alessandra Bordino, Danilo Calabrese, Enzina Cappelli, Maura Di Vietri,
Riccardo Esposito, Samuel Moretti, Maria Giulia Serantoni, Valentina Squarzoni
Franz Joseph Haydn è il celebre compositore che ha dato inizio al Classicismo Viennesse corrente dalla lunga gittata nel tempo. Al suo attvo centinaia di sinfonie, musca da camera, e una quindicina di opere liriche. Produsse anche alcuni oratori tra cui Die Schöpfung (“La Creazione”) un oratorio in tre parti su libretto del barone Gottfried van Swieten.
Il Barone è stato influenzato evidentemente dal Paradiso perduto di Milton anche se la trama nel libretto risulta semplificata.
Il bavarese Giovanni Simone Mayr, maestro di Donizetti, ne fece un adattamento in italiano diverso da quello presentato qui al Festival che segue la traduzione di Dario Del Corno con piccoli aggiustamenti del figlio Filippo, rinomato compositore.
Parliamo della bellezza dello spettacolo pensato da Fabio Ceresa, esaltato dai costumi di Gianluca Falaschi e Gianmaria Sposito, dalla coreografie e movimenti del geniale Mattia Agatiello. Uno spettacolo che nelle prime due parti (atti) dello spettacolo ci raccontava i primi 6 giorni della creazione. Un Dio/ragazza in abiti del ‘700 veniva attorniato dai 6 giorni di creazione: ogni giorno era rappresentato da una figura umana, con un suo colore specifico e con un una figura geometrica associata. Alla fine della seconda parte tutti e sei giorni apparivano ricapitolando la prima ora di spettacolo in un movimento coeso. Sorprendente la la lezione di danza con tanto di tutù, e le statue classiche che prendevano vita, dal Discobolo al Laocoonte. L’uovo primigeneo simbolo costante dell’oratorio, che forse si trasforma in mela prima verde e poi rossa. Le luci hanno contribuito non poco alla riuscita dello spettacolo. La terza parte si può invece riassumere come un lungo duetto tra i bellissimi Adamo e Eva, che ricordo, essere per la Chiesa Cattolica Santi entrambi in quanto le prime due persone liberate dal Limbo da Cristo Risorto.
Le prime due parti oltre gli ampi squarci sinfonici erano caratterizzate dalle arie dei 3 angeli Gabriele, Uriele e Raffaele spesso associati al coro come si conviene ad un oratorio. Raffaele con recitativo tempestoso apre l’oratorio ma è Uriele, Vassily Solodkyy ad esordire con una ampia aria. Vassily Solodkyy, ucranio è ormai da 15 anni trapiantato in Italia a Rimini, ha una ampia voce tenorile dal notevole volume e dalla perfetta pronuncia italiana. “Disparve alla luce radiosa” è la sua aria di sortita, sostenuta dalla potenza del coro. Il cantante svolge i vocalizzi nella coda dell’aria con la dovuta delicatezza. Notevole anche l’aria “D’onore e dignità segnato” dove il luminoso registro di Solodkyy viene esaltato.
L’altro angelo è Alessio Arduini come Raffaele. Arduini è un giovane basso bresciano, impegnato in arie di notevole valore come “Scosse da venti furiosi” che reinterpreta in chiave classicista le arie di tempesta tardo barocche. “Ora splende fulgido il cielo” è momento della creazione degli uccelli e dei pesci: il nostro basso è preciso nella prosodia, sostiene la tessitura con sicurezza e sfoggia un timbro caldo e compatto che delizia l’orecchio.

Gabriele è Rosalia Cid, ma non definiamo l’artista in un ruolo en travesti perchè semplicemente gli angeli non hanno sesso secondo la Bibbia. Bella l’aria pastorale “Or offrono i prati” dall’andamento cullante e rilassato. La voce ha bel timbro cristallino, che nella precedente sortita con coro le premette delle volate verso l’acuto perfettamente a fuoco. Rosalia Cid è impegnata nella seconda parte in una aria imitativa tubando con le tortore: anche qui il morbido canto è esaltato dalla scrittura di Haydn sempre attento alle voci.
Adamo è il giovanissimo basso/baritono Jan Antem oiginario di Barcellona. Abbiamo già avuto modo di ascoltarlo e applaudirlo come Don Alvaro nel Viaggio a Reims a Pesaro.
Il suo canto è dotato di una musicalità innata, di una compattezza dell’arcata musicale, di un timbro caldo e seducente. Il suo volto angelicato, i lunghi capelli esprimono la grazie del primo Uomo. Così lo avrebbe descritto Charles Baudelaire…
“Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno. Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.”
Anche nel recitativo “Compiuto è il primo dover” la tensione è sempre alta.

Il canto sensuale di Antem è sempre da riferirsi ad Eva poichè la terza parte dell’oratorio è n realtà un lungo duetto intrecciato. Eva è Sabrina Sanza, degna compagna di Adamo sia per bellezza che per musicalità. Nei suoi duetti il canto è sempre sotto controllo, il timbro perlaceo ed elegante. Solo Uriele compare come angelo nella terza parte.
Complesso il terzetto dei tre angeli, e le parte corali ampie che chiudono ogni macro sezione. I fugati sono resi alla perfezione dal Coro Ghisleri. Fabio Luisi dirige con sicurezza una amplissima orchestra con la presenza di numerosi fiati tra cui il controfagotto.

Gli squarci sinfonici sono resi con maestria e grazie alle coreografie l’azione prosegue come nell’ultimo brano sinfonico dove appare il Dio/ragazza e dopo aver preso le spoglie di Cristo, diventa Buddha, e tante altre divinità in un sincretismo originale. Nel giro di 2 minuti Dio assume 20 identità in una conclusione veramente vorticosa. Un colpo di scena che si è aggiunto alla cura e bellezza di questo spettacolo. Speriamo esca presto il DVD.
Fabio Tranchida