sabato 25 gennaio

AMADEUS & FRIENDS

WOLFGANG AMADEUS MOZART
ANTONIO SALIERI
JOSEF MYSLIVEČEK
GIUSEPPE SARTI
VINCENTE MARTIN Y SOLER

Go Eun Lee   soprano lirico di agilità
Mayuko Sakurai    mezzosoprano
Elisa Maffi    soprano lirico
Hun Kim    tenore lirico

Inseon Lee    pianista
Andrea Scarduelli   ideatore e narratore
Diana Re   consulenza musicale
Giovanni Belloni   maestro delle luci

 

Il secondo appuntamento della nuova stagione di primavera del Teatro Belloni ha un programma a dir poco unico. Andrea Scarduelli ideatore della serata vuole far conoscere il mondo, il sottobosco, presente durante la vita del geniale Amadeus che proprio il 27 gennaio apriva i lumi su questa terra. Mozart, il genio , il sole radiante che oscura tutti gli altri, questo è quello che siamo abituati ad ascoltare. Scarduelli ci racconta una altra interessante storia, Mozart pone le sue basi su un mondo ben solido, con autori professionali ed ispirati che influenzano e contaminano le opere di Mozart. Il Belloni, nella piccola Barlassina, fa ciò che i grandi teatri non propongono, cioè ricerca musicologica, percorsi didattici, scoperte ed esecuzioni di musica negletta ma importante. Abbiamo mai sentito Josef Mysliveček, Giuseppe Sarti, Vincente Martin y Soler, non dico alla Scala ma nei Festival di musica per appassionati? Il Teatro Belloni invece li propone con coraggio destando l’interesse del pubblico che viene guidato in questo percorso da Andrea Scarduelli narratore e affabulatore finissimo.
Go Eun Lee sostituisce l’indisposta Graziana Palazzo, e si sobbarca l’apertura del concerto con una delle arie più insidiose del repertorio classico: “Al destin che la minaccia” è una lunga aria ABA’ dal Mitridate re di Ponto prima fatica del quindicenne Amadeus al Regio Ducal Teatro di Milano (la Scala non esisteva ancora nel 1770). L’aria non lascia fiato e Go Eun Lee  realizza le numerose scale ascendenti con pulizia e rapidità come un autentico fuoco d’artificio. Tutta l’opera è ricca di virtuosismi e io stesso ho avuto modo di apprezzarla alla Royal Opera House di Londra. La cantante in ordine cronologico ci propone inoltre l’Alleluja dell’Exultate Jubilate, mottetto che Mozart compose prima di lasciare definitivamente Milano. La chiesa di Sant’Antonio Abate, ancora esistente vicino alla Ca’ Granda, ospitò il musico Venanzio Rauzzini, già interprete del Lucio Silla mozartiano. Anche qui la cantante ci propone con voce adamantina una canto che è quasi elaborazione raffinata della semplice vocale “a”.

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Venanzio Rauzzini

Andrea Scarduelli aveva da tempo in mente di inserire l’aria “Vieni a me sull’ali d’oro” dalla’Armida di Salieri. Elisa Maffi ci propone con il giusto languido ritmo un brano amoroso e sognante. La voce sembra una miele zuccherino, la voce si cristallizza in un tempo sospeso e leggendario. Tutta l’Armida di Salieri è eccezionale e ne esistono due ottime incisioni condotte da Antal Dorati e da Harnoncourt. Elisa Maffi interpreta il ruolo di Rinaldo originariamente affrontato da un soprano castrato, Giuseppe Millico. Tutti questi dati ce li fornisce il programma di sala sempre ricco di informazioni sui primi interpreti, sui teatri della prima rappresentazione e sulle fonti che hanno ispirato le opere. Un programma di sala da conservare data la sua ricchezza e la raffinata impaginazione.

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Salieri compose Prima la musica, poi le parole su di un eccellente libretto di Casti, intendendolo come ampia parodia del Giulio Sabino di Giuseppe Sarti che spopolava a Vienna. Senza conoscere l’originale è difficile cogliere la comicità dell’opera di Salieri. Qui al Belloni abbiamo modo di ascoltare l’originale Giulio Sabino, grazie alla voce di Mayuko Sakurai che interpreta il ruolo eponimo dell’evirato cantore. “Barbaro aspetta un sol momento” è una aria molto complessa divisa in varie sezioni, nel riuscito tentativo di far commuovere il pubblico alla vista di Giulio in carcere con i due figli presenti. Mayuko Sakurai è autorevole e perfetta per un ruolo da eroe grazie all’ampiezza di una voce bronzea ricca di colori e dal calibrato registro centrale, ben sostenuto. La cantante ci propone anche le due arie di Cherubino dalle Nozze di Figaro e il successivo velocissimo duetto “Aprite, presto aprite” che si conclude con la fuga precipitosa del paggio.

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Idomeno di Mozart è un’opera immensa, che viene eseguita sempre con tagli nelle esecuzioni moderne. Il primo a cadere è il lungo balletto conclusivo, ma anche numerose arie sono spesso in pericolo. La prima aria dell’opera ci fa vedere un Mozart completamente maturo a 25 anni capace di entrare nell’animo dell’infelice principessa troiana, Ilia. “Padre, germani, addio” è uno scavo psicologico nel dolore della desolata donna che ha parso tutti gli affetti. Elisa Maffi ne dà un ritratto preciso, con voce ben messa a fuoco e dolcezze inattese.
Di grande valore il tenore Hun Kim, un tenore lirico di rara compattezza che esordisce con uno scoglio nel repertorio mozartiano “Fuor dal mar” sempre dall’Idomeneo. L’aria scritta per l’attempato Anton Raaf è una miniera difficoltà, che vengono superate senza fatica da Hun Kim. Si tratta di una delle ultime arie di “tempesta” che hanno una lunga tradizione tardo barocca. Inseon Lee, concertatrice e pianista, la affronta trasformando il piano a coda in una intera orchestra. Autentica rarità è l’aria di Vincente Martin Y Soler da Una cosa rara opera eseguita l’anno prima rispetto al Don Giovanni e citata nell’opera mozartiana durante il convivio finale. Esiste una registrazione ottima dell’opera condotta da Jordi Savall. Hun Kim ci propone “Più bianca di giglio” una melodia castissima e semplice di una disarmante purezza. Famosa invece l’aria di Don Ottavio dal Don Giovanni “Il mio tesoro intanto” tratta dall’atto II. Il cantante non mostra alcuna fatica per il ruolo e porge le frasi con naturalezza e buona pronuncia dell’italiano valorizzando la parte. Del Don Giovanni di Giuseppe Gazzaniga abbiamo ascoltato una registrazione della Sinfonia. Gazzaniga scrive l’opera su libretto di Giovanni Bertati, libretto fonte di ispirazione di Da Ponte che in particolare si inventerà tutta la prima dell’atto secondo per ampliare a due atti l’opera.
Gli ultimi due brani ascoltati riguardano l’ultima fatica di Mozart, Il flauto magico, che insieme alla Clemenza di Tito e il Requiem costituiscono l’estrema parabola compositiva del salisburghese. L’aria di Tamino, un lied, è espressa con pacata concentrazione dal tenore Hun Kim mentre Go Eun Lee si cimenta con la seconda temibile aria della Regina della Notte e lo fa con sicurezza, con energia. Scintillano i fa sovracuti a coronamento dell’aria.

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Di Josef Mysliveček abbiamo ascoltato in registrazione una aria dall’Antigona poiché impossibilitati a procurarci lo spartito. Di molti brani è stato difficile trovare le parti e in alcuni casi si sono usati spartiti oblunghi, o partiture complete e non riduzioni canto piano. Questo per chiarire che quando si sceglie un programma così innovativo molte sono le difficoltà nel procurarsi il materiale. La stagione è appena iniziata e proseguirà fino a maggio. Per ulteriori informazione sul Teatro ecco il link relativo: https://www.teatrobelloni.it/

Fabio Tranchida