XI STAGIONE PRIMAVERA 2020
Gli spettacoli narrati in esclusiva al Teatro Antonio Belloni
venerdì 24 gennaio
GRAN GALÀ INTERNAZIONALE DELLA LIRICA
Go Eun Lee soprano lirico di agilità
Kalim Kim soprano lirico
Mayuko Sakurai mezzosoprano
Chuan Wang tenore lirico leggero
Inseon Lee pianista
Riccardo Zangirolami pianista
Andrea Scarduelli ideatore e narratore
La XI stagione lirica di primavera si è inaugurata nella splendida bomboniera del Teatro Belloni venerdi 24 gennaio 2020 con un Galà Internazionale. Il Teatro Belloni è gemellato con il Savolinnan Oopperajuhlat e il Teatro Nacional de Guatemala ed era presente il Console del Guatemala a Milano, Sergio Morales Sosa, che ha donato al direttore artistico Andrea Scarduelli la bandiera del Guatemala con le due bande azzurre ad indicare i due oceani che contornano il paese. Un gesto di estrema fiducia verso il Teatro Belloni impegnato anche in una raccolta fondi per i bambini poveri del Guatemala che per gli studi primari necessitano di tutto.
La serata di venerdì è stata importante e ci è parsa una vetrina delle forze musicali che sostengono il teatro con un quartetto di solisti lirici (purtroppo mancava il basso Elcin Huseynov per indisposizione) e la presenza del giovanissimo Riccardo Zangirolami con i suoi raffinati brani pianistici.
Una serata in cui l’orecchio ha goduto, e parecchio, poiché i brani scelti erano molto famosi; del Rigoletto (intitolato da Verdi nella prima stesura del libretto La maledizione e poi Il duca di Vendôme) abbiamo ascoltato una nutrita selezione, dalla spigliata “Questa o quella” a “Ella mi fu rapita… Parmi veder le lagrime” fino a “La donna è mobile”.
Le arie sono state proposte da Chuan Wang, tenore lirico leggero caratterizzato da ottima dizione e slancio nelle frasi cocenti. L’aria centrale di quelle che abbiamo appena nominato non si combina drammaticamente con le altre, è evidente! Si tratta di una aria composta per placare gli strali della censura, infatti nell’originale di Hugo il Re non si preoccupa minimamente del rapimento di Blanche, anzi appena gli viene portata la chiude nella sua camera da letto facendone sparire la chiave: Verdi avrebbe voluto scrivere questo duetto dello stupro e disse che era l’unico brano che mancava alla composizione. Ripiegò su una aria malinconica del Duca completamente avulsa dal suo vero carattere.
Del Rigoletto abbiamo ascoltato anche il duetto del I atto tra il Duca e Gilda, dalla musica veramente incalzante, e “Caro nome”: entrambi i brani hanno visto la partecipazione di Go Eun Lee, soprano lirico di agilità, presenza abituale del Teatro. La cantante ha una coloratura netta e precisa che le permette di regalarci un “Caro nome” nitidissimo e dalla fiorita cadenza.
Mayuko Sakurai è mezzosoprano di notevole spessore, dotato di una ricchezza particolare nel timbro brunito. La sua Carmen, è una sigaraia ribelle, che sa bene ciò che desidera. Già dal recitativo tutto viene messo a fuoco con intelligenza e studio, fino a confluire nella famosa Habanera ( da Havana) dal ritmo suadente. Ancora più profonda la linea vocale nell’aria di Dalila dal Samson et Dalila di Camille Saint-Saёns del 1877. Mayuko Sakurai la affronta con un canto seducente pieno di mistero e colori ambrati.
Kalim Kim mancava dalle scene di Barlassina da un po’ di tempo, dall’epoca di Giacomo e la farfalla, produzione presentata in prima mondiale su questo palcoscenico. Kalim Kim è un soprano lirico che impersona la ventunenne Lauretta del Gianni Schicchi con la giusta vocalità, ampie frasi e un acuto svettante. Interessante la sua interpretazione della schiava Liù con un “Tu che di gel sei cinta” compatto e concentrato, quasi un ultimo anelito, l’ultimo sforzo di Puccini nel comporre. Andrea Scarduelli ci ha raccontato come il maestro sofferente non riuscì a portare a termine l’opera, e ci ha narrato della sua morte a Bruxelles dopo una operazione alla gola che gli aveva tolto la parola. Furono indetti importanti funerali nella capitale belga e venne cantata l’Ave Maria di Gounod e così è stato fatto al Belloni a conclusione dello spettacolo con Go Eun Lee che ha intonato dietro le scene il famoso brano. Provenendo la voce dalle quinte si è creata una atmosfera sospesa e commovente e abbiamo pensato alle ultime ore di Puccini con commozione.
Il pianista Riccardo Zangirolami, è davvero un ragazzo prodigio, e nella seconda parte del programma ci ha sorpreso con una Rhapsody in Blue di rara compattezza: sono molti i temi che si affastellano in questa opera magistrale dove la musica classica incontra per la prima volta il jazz, ma questi temi vengono dal nostro pianista fusi in un tutt’uno senza evidenti cesure, indice della sua profonda conoscenza del pezzo e della sua piena assimilazione. Meno virtuosistico il brano di Ennio Morricone tratto dal film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Meno virtuosistico ma con un tema che esprime bene l’amore e il sentimento che fa commuovere ad ogni proiezione del film. Questi due brani tangenziali alla musica classica tout court fanno vedere che il Teatro Belloni sperimenta sempre e amplia gli orizzonti.
La serata di Gala è stata preceduta da un gustoso buffet dolce e salato, offerto dal Teatro momento di incontro prima del concerto. Sono momenti di scambio molto importanti, pensiamo all’Opéra Garnier di Parigi: l’architetto Garnier ha riservato più spazi al foyer e alle sale d’incontro che alla sala vera e propria conscio che il teatro è luogo di relazione. Anche il Teatro Belloni sviluppa questa idee con gli aperitivi, le serate Champagne e tutti gli incontri a cui il pubblico fedele viene invitato.
La pianista Inseon Lee ha accompagnato il canto con la consueta professionalità. Andrea Scarduelli con piccoli tocchi di pennello ha dipinto l’affresco della serata con sapienza e velocità, con frasi dagli sgargianti colori. I brani si sono succeduti con studiata alternanza fino alle note commoventi dedicate a Puccini mentre le stelle del soffitto del Teatro brillavano di una luce azzurrina. Un Galà che preannuncia una stagione piena di novità e idee da qui a Maggio.
Fabio Tranchida