Ekaterina Shelehova soprano di coloratura

Soyoung Sim pianista

Monica Zhang pianista

Xing Chang pianista

Andrea Scarduelli ideatore e narratore

Giovanni Belloni regista e luci

sabato 9 febbraio 2019- ore 16.00

 

 

Frizzante come una coppa di champagne eccoci presentato un programma musicale molto variegato con punte di eccellenza. Qui al Teatro Belloni ogni concerto è un evento e quest’oggi la protagonista vocale è stata la fuoriclasse Ekaterina Shelehova soprano di coloratura canadese che ha affrontato il ‘700 e l’800 operistico. La voce è adamantina, precisa e piacevolissima. Ci propone un salto nel tempo con la musica del “caro Sassone” Händel: Alcina fa parte delle tre opere “magiche” del compositore e Ekaterina Shelehova ci canta “Tornami a vagheggiar, te solo vuol’ amar” dal primo atto dell’Alcina. L’aria di Morgana è sviluppata con estrema intelligenza dal soprano, con una leggerezza e sensualità accattivante ma sorprende ancor più la capacità nel variare il “da capo” con brillanti puntature da vera virtuosa.
Solo il Teatro Belloni poteva riscoprire La sacerdotessa di Irminsul di Giovanni Pacini su libretto di Felice Romani che servirà anche da base per la Norma belliniana. Qui però la vicenda è ambientata all’epoca di Carlo Magno nel 772 re che cerca di distruggere il tempio di Irminsul. La protagonista non si chiama Norma ma Romilda e Ekaterina Shelehova ci propone l’aria “Esci o fatal memoria dell’adorato oggetto” in quanto Romilda non ancora sacerdotessa ama due uomini uno dei quali è un nemico franco. La prima parte dell’aria viene scolpita con accenti drammatici mentre la seconda parte è veloce e saltellante come si addice al Maestro delle cabalette, come era chiamato Giovanni Pacini. Un’opera che ci viene voglia di ascoltare integralmente.
L’ultimo capolavoro di Offenbach è Les contes d’Hoffmann, capolavoro postumo che solo in anni recenti è stato presentato nella sua integralità a causa fin dall’inizio di edizioni poco fedeli all’originale. Le tre ore di musica che ci ha lasciato Offenbach sono proprio un monumento alla sua prolifica carriera, infatti compose circa 120 lavori teatrali. Dell’aria di Olympia abbiamo due versioni, una semplice e piana sostituita durante la composizione con un’aria, summa della coloratura, ed entrata stabilmente in repertorio. “Les oiseaux dans la charmille” diverte ad ogni ascolto con l’effetto meccanico a cui è piegata la voce e con l’episodio della carica meccanica che si esaurisce mano mano. Sebbene questa aria sia stata cantata tante volte al Belloni, ogni volte i metodi per ricaricare la bambola sono diversi e frutto della fantasia di Andrea Scarduelli.
Il brano scritto per le qualità vocali di Fanny Tacchinardi-Persiani nella Linda di Chamounix di Donizetti è “O luca di quest’anima, amore e vita” un brano in un unico movimento brillante. Siamo alla fine della carriera di Donizetti e le sue composizioni sono dei veri capolavori, come in quest’aria capace con poche pennellate di tratteggiare l’innocenza di Linda presa dal suo adolescenziale amore.  Ekaterina Shelehova con il suo canto intonato e nitido sfoggia una linea di canto senza la pur minima sbavatura, realizzando una gemma luminosa.

 

Monica Zhang e Xing Chang, sono giovanissime e sono un duo molto affiatato. Oltre ad offrirci le Danze slave di Dvořák, con il loro sentimento popolare e malinconico al tempo stesso, realizzano un grande affresco sonoro con la Rapsodia ungherese n.2 di Ferenc Liszt pezzo tra i più complessi. Dopo aver visto The Cat Concerto cortometraggio con Tom & Jerry del 1947 dove viene eseguita in maniera comica la rapsodia, eccoci pronti all’ascolto vero del brano di una complessità unica specie nella versione a 4 mani. Monica Zhang e Xing Chang superano ogni ostacolo con una completa coordinazione fino al Vivace e Prestissimo finale.
Un concerto per nulla impegnativo per l’ascoltatore che applaude a brani interessanti e orecchiabili ma molto impegnativo per gli artisti poiché i pezzi sono spesso di difficoltà estrema.

Andra Scarduelli ha deciso di proiettare un breve passaggio dal Grande Dittatore di Charles Chaplin dove il barbiere al suono della Danza ungherese numero 5 di Brahms svolge con perizia comica il suo lavoro. Ecco il segreto dei concerti champagne, accompagnare il pubblico in una percorso piacevole di ascolto e visione di brani legati da una sottile linea rossa. Prossimi Concerti Champagne, il 17 marzo, 13 aprile e 4 maggio.

Fabio Tranchida