Musica di Alessandro Scarlatti
Libretto di Francesco Antonio Tullio
Revisione sulle fonti Jacopo Raffaele
Riccardo Rachael Jane Birthisel
Leonora Erica Cortese
Erminio Raffaele Pe
Doralice Federica Livi
Flaminio Francesco Castoro
Cornelia Nico Franchini
Rodimarte Patrizio La Placa
Rosina Suzana Nadejede
Direttore Jacopo Raffaele
Regia Eco di Fondo
Ensemble barocco del Festival
La prima rappresentazione di questa opera, l’unica comica nel catalogo di Scarlatti, avvenne il 26 novembre 1718 al Teatro dei Fiorentini a Napoli esattamente 300 anni fa. Teatro con una grande tradizione di testi in vernacolo: 100 anni dopo Rossini scrisse per questo palcoscenico La gazzetta con la parte di Don Pomponio in napoletano. Stranamente Il trionfo dell’onore non ha parti in dialetto ma è interessante il ruolo en travesti del tenore che impersona la vecchia Cornelia. Tradizione dell’uomo en travesti che avrà come ultimo epigono la Mamm’Agata di Donizetti al Teatro Nuovo a pochi passi dal Fiorentini.
Scarlatti è ancora ancorato ad una tradizione musicale della fine del ‘600 con arie spesso di non ampio sviluppo e un’orchestra ridotta con 2 flauti e 2 oboi come unici fiati. L’opera ebbe molto successo con 18 repliche ma non si sa di ulteriori riprese vivente l’autore. Riprese nel secolo scorso avvengono nel 1938, 1941 e col l’incisione di Giulini nel 1950.
Il Festival della valle d’Itria ha dato un plus valore alla produzione di questa stasera ambientando l’opera alla Masseria Palesi nei dintorni di Martina Franca luogo di particolare suggestione. La regia è lavoro del gruppo Eco di Fondo nelle figure di Giacomo Ferraù, Libero Stelluti e Giulia Viana. Molte le idee vincenti da loro proposte come l’ambientazione negli anni ’50 ’60, la figura di Flaminio come pescivendolo dall’occhio di vetro, lo stato di gravidanza della tradita Leonora e la presenza del figlio di Leonora che anacronisticamente assiste alla vicenda e interagisce con i personaggi. Bellissimo nella seconda parte il teatro dei burattini dove sono presentati i pupazzi corrispettivi dei personaggi dell’opera in un gioco di rimandi raffinati. Un grande lavoro di équipe per Eco di Fondo che ha sfruttato al meglio gli spazi della masseria e ha ben sviluppato le relazioni tra gli 8 protagonisti in un equilibrio raro. Le idee sono state al servizio della musica in un rapporto gerarchico perfetto.
I personaggi presentati in cima a questo cast sono da accoppiare a due a due in ordine di presentazione per formare le 4 coppie che hanno legami non così saldi tanto da sviluppare l’intreccio interno.
Molto divertente la coppia dei due vecchi buffi: Flamino cantato da Francesco Castoro dalla voce morbida e agile è un tenore che ben si confronta con Cornelia tenore en travesti dai mille lazzi. Cornelia,Nico Franchini, una specie di robusta Sora Lella ante litteram è prodiga di schiaffi e perennemente molto agitata. Il giovane Nico Franchini ospite già in altri anni del festival ha vinto recentemente vari premi tra cui uno all’Aslico: la voce è ben timbrata, duttilissima e di notevole volume. Gli accenti sono perfetti e il personaggio è completato del divertente duetto buffo con Flamino con gli “a parte” con le parole spezzate in un gioco continuo di rimandi.
Eccezionale la presenza di Raffaele Pe controtenore di fama internazionale che sostiene il ruolo di Erminio vestito da carabiniere e pronto a vendicare le fedi tradite. Le arie più complesse e raffinate sono affidate a lui: la coloratura è precisa e leggere, i da capo hanno variazioni ben calibrate e le cadenze il giusto virtuosismo. Il timbro come al solito è di rara luminosità associato a una voce mobilissima che viene omaggiato dall’aggiunta di una aria seria dalla Sedecia di Scarlatti “Caldo sangue”.
Erminio ama Doralice ma da questa si sente tradito: Doralice, nipote di Cornalia è Federica Livi caratterizzata da una voce di non grandi dimensioni ma ben educata: buono l’equilibrio nella prima aria con i due flauti e ancor meglio la seconda aria ” Deh! Vieni t’affretta” affrontata con piglio più sicuro. Canta inoltre un primo duetto con Leonora un mezzosoprano, Erica Cortese, che necessita di una voce più scura per affrontare il ruolo previsto per contralto. Appare in scena incinta, col velo e le viene associata l’immagine di una Madonna. In due arie si rivolge supplicante alla statua di Maria presente nel Casale ma il personaggio così ben caratterizzato dalla regia ha lacune importanti vocalmente. La Cortese è giovanissima e avrà modo di ispessire la voce per una caratterizzazione migliore.
Anche Rachael Jane Birthisel non ci ha convinto nel ruolo di protagonista: il suo Riccardo/Don Giovanni en travesti è piuttosto debole con una pronuncia italiana ancora perfettibile. La voce ci sembra troppo chiara e spesso le note in levare a inizio frase non sono udibili affatto. Bella nella seconda aria la situazione di fermo immagine dove Riccardo unico a muoversi cambia le posizioni dei personaggi intorno. Bene le due parti minori di Rosina Suzana Nadejede spiritosa e corretta nelle sue arietta stuzzicanti e di Rodimarte, Patrizio La Placa artista già completo con una buona voce di basso, a tratti seducente a tratti comica, che ben gioca nei registri e nei generi accompagnato in un’aria “Quando ruoto feroce il mio brando” dalla chitarra barocca.
Buona la direzione di Jacopo Raffaele che sceglie tempi sempre abbastanza sostenuti per il buon ritmo dell’opera: al secondo cembalo lui stesso accompagna i lunghi recitativi che non annoiano affatto grazie alle invenzioni di Eco di fondo. Naturali sono i passaggi da recitativo a aria o nei pochi ensemble che caratterizzano l’opera. Una notte stellata in questa suggestiva masseria è il magico contesto di un’opera pienamente promossa poiché prodotta con mille attenzioni da veri professionisti.
Fabio Tranchida