Musica di Vincenzo Bellini
Melodramma in due atti
Libretto di Felice Romani
Prima rappresentazione
Milano, Teatro Carcano, 6 marzo 1831
Principali interpreti
Amina Jessica Pratt
Elvino Juan Francisco Gatell
Il Conte Rodolfo Riccardo Zanellato
Teresa Reut Ventorero
Lisa Valentina Varriale
Alessio Timofei Baranov
DIRETTORE Speranza Scappucci
REGIA Giorgio Barberio Corsetti
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Scene Cristian Taraborrelli
Costumi Angela Buscemi
Luci Marco Giusti
Video Gianluigi Toccafondo
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
Vincenzo Bellini si confrontava con Donizetti proprio con Sonnambula, opera data poco tempo dopo il successo di Anna Bolena al teatro Carcano di Milano dove si disputava il match. Essendo il librettista lo stesso, e anche il migliore della piazza, si decise di differenziare i due soggetti: regale per Donizetti e pastorale per Bellini in maniera di affrontarsi su campi diversi. La favola pastorale messa in musica da Bellini cercava di dare massimo risalto alle doti di Giuditta Pasta. La villa di Blevio sul lago di Como appartenente alla Pasta è stato il luogo di composizione dell’opera con la cantante presente in modo da plasmare il canto come un sarto fa con un abito. La stessa cooperazione avvenne con Norma. Il tenore fu invece il grande Rubini con cui Bellini collaborava da tempo e come al solito pretendeva una vocalità vertiginosa anche se non ai livelli dei Puritani di pochi anni dopo: d’altra parte Elvino è un possidente agricolo non un cavaliere partigiano degli Stuart. Il ruolo del Conte Rodolfo fu ridimensionato per volere di Bellini e non ci fu l’agnizione finale, che avrebbe rivelato il Conte padre di Amina.
Il regista Giorgio Barberio Corsetti ha avuto una bella idea nel trasformare l’ambientazione campestre in una enorme casa di bambole dove gli oggetti erano sovradimensionati proprio come i bambini vedono i mobili della propria casa. Lettoni matrimoniali e cassettoni animavano la scena mentre bambole, cioè i doppi dei personaggi, e orsacchiotti animati coinvolgevano emotivamente i 4 protagonisti.
Un universo da favola molto pertinente a questa opera visivamente ben realizzato e ben sviluppato nel corso dello spettacolo.
Star assoluta della serata è l’australiana Jessica Pratt ormai al quinto titolo qui all’Opera di Roma, teatro che propone in questi ultimi anni stagioni sempre e sempre più interessanti e varie. Jessica Pratt seduce gli ascoltatori con una vocalità ricchissima, una estensione straordinaria e una fosforescente coloratura. Morbida nei filati si fa apprezzare per una assoluta proprietà della parte. Le variazioni nelle cabalette tutte complete di ripresa rendono il ruolo ancora più difficile con picchiettati e acuti sorprendenti. Nell’aria finale “Ah! non credea mirarti, sì presto estinto, o fiore” il cantabile è proposto con sofferta partecipazione; questo incipit dell’aria è posto anche sulla tomba di Bellini a Catania.
Juan Francisco Gatell è una presenza costante qui a Roma dopo una interessante Cenerentola e allo scorso Viaggio a Reims. Gatell dall’aspetto di un giovinetto affascinante pronto per il matrimonio, ha risolto la insidiosa vocalità di Rubini grazie a una linea vocale perfetta, un timbro morbido e seducente. “Prendi, l’anel ti dono” è la dolce aria di sortita che descrive un giovane tutto preso da innocente amore. Gatell è capace di disegnare anche un personaggio indispettito dalle troppe attenzioni del Conte verso Amina. Il duetto di riconciliazione che subito segue permette a Bellini di far quasi scomparire l’accompagnamento, mero sostegno, e far brillare le due voci in un intreccio magistrale. La Pratt e Gatell ci donano un duetto d’amore pieno di sentimento e commozione. Gatell nell’aria del secondo atto “Tutto è sciolto” fa capire che nonostante voglia allontanare Amina la ami ancora profondamente. Il tenore argentino è in quest’aria molto drammatico e la linea vocale risulta smaltata, le ascese verso le regioni più acute sono sicure e la voce non si assottiglia ma mantiene una consistenza virile da noi molto apprezzata.
Riccardo Zanellato è un ottimo basso da poco ascoltato qui a Roma nei Masnadieri, nobile il canto nella lunga aria di presentazione mentre nel secondo atto ha avuto un leggero calo di voce avvertibile nel quintetto. Valentina Varriale ci ha piacevolmente sorpreso nella ostica parte di Lisa un soprano che nella scrittura belliniana ha passi di difficile esecuzione: il soprano riesce nelle due arie ha far fronte al bagaglio belcantistico imposto e in scena risulta personaggio credibile con tutti i suoi aspetti contrastanti. Ottima la concertazione di Speranza Scapucci sentita nel Turco in Italia a Pesaro: la Scapucci non cerca di movimentare l’azione e stacca invece dei tempi molto morbidi coerenti con la situazione da sogno. Precisissimo è il suo gesto nel condurre la buona orchestra di Roma e nel dare sicurezza ai cantanti in ogni attacco. La sua carriera prosegue internazionalmente anche nella componente sinfonica. Il coro è quasi sempre in scena e la sua partecipazione è stata molto puntuale grazie alla preparazione del maestro Gabbiani. Ascolteremo il 3 marzo il secondo cast de La Sonnambula. E’ un’opera particolare ed intima tutta affidata a voci che sanno bene cosa significhi “belcanto” e il teatro dell’opera ha inanellato una altro grande successo.
Fabio Tranchida