CONSOLATO GENERALE DEL BRASILE A MILANO

LA MUSICA LIRICA BRASILIANA ANCHE NEI TEATRI ITALIANI

 

Wellington De Santana Moura baritono

Francesco Massimi pianoforte

Carlos Gomes
A Noite do Castelo  “E tu Fernando”
Il Guarany   “Senza tetto, senza cuna”
Fosca  “D’amore l’ebrezza”
Lo Schiavo  “Sogni d’amore”

Chiquinha Gonzaga   Lua Branca
Ernani Braga     Engenho Novo
Heitor Villa-Lobos     Nhapope
Waldemar Henrique    Matinta Perêra 
Cláudio Santoro    Amor em Lágrimas
Babi de Oliveira    Singela Canção de Maria

 

Presso la Palazzina Liberty di Milano, di recente dedicata alle figure di Dario Fo e Franca Rame il Consolato Generale del Brasile ha proposto un interessante concerto di musiche che hanno uno stretto legame con la nazione del Brasile. Protagonista della serata è stato l’importante baritono brasiliano Wellington Moura che avevamo già recensito l’anno scorso in occasione della sua performance ne I Masnadieri di Verdi al Teatro di Busseto in occasione del Festival Verdi di Parma.
Anche durante quelle recite nel ruolo del Pastore Moser ci aveva fatto una ottima impressione e ci aveva impressionato per la veemenza con cui aveva impersonato il ruolo.
Molto raffinato il programma proposto questa sera con una prima parte dedicata al compositore brasiliano Carlos Gomes la cui carriera fu principalmente italiana e in particolare milanese. La seconda parte invece indaga le canzoni più tipiche del Brasile, dai ritmi particolarmente trascinanti.

Carlos Gomes dopo due opere liriche di successo, che compose nel suo paese, ricevette una borsa di studio dall’imperatore per studiare al Conservatorio di Milano il più quotato in quegli anni in Italia. Il suo stile si imbeve delle tinte verdiane con un gusto molto grand-operistico: le sue opere ricordano la gradeur delle opere di Ponchielli (esempio i balletti all’interno del corpus del Guarany).  Le sue opere hanno molto successo e spesso vengono revisionate per migliorarne gli aspetti a seconda dei teatri in cui vengono rappresentate come nel caso di Fosca.
Wellington Moura si è laureato proprio con una tesi su Gomes e quindi con intelligenza ha proposto una programma che tratta tutta la carriera del compositore: la prima opera proposta A noite do castelo è su libretto portoghese, impersonata dal Conte Orlando è piena di rimandi donizettiani, un’aria di dolore ancora in nuce dove i tratti personali sono ancora in parte celati.
Verdiana la più nota “Senza tetto, senza cuna” dalla celebre opera Il Guarany (incisa anche da Domingo) dove la voce di Moura ha la possibilità di esprimersi al meglio: notevole il volume e la morbida arcata sonora. Lo squillo è facile e facile la salita verso le note acute della tessitura che non perdono affatto lo smalto.
Un repertorio che Moura conosce a perfezione come la Fosca con l’aria “D’amore l’ebrezza” aggiunta in una revisione per la Scala di Milano. In questa aria il baritono riesce bene a far apprezzare le frasi che si fanno sempre più arroventate. Nell’ultima opera proposta condizionata da Wagner e dai suoi motivi conduttori Gomes esplora un tema che gli sta molto a cuore cioè la schiavitù nel suo paese; Lo Schiavo è stata un successo in patria, ma non in Europa, è sicuramente l’opera più importante di Gomes e la più pensata. Gomes dedicò l’opera a “Sua Altezza Serenissima Principessa Dona Isabel, Contessa d’Eu, Reggente Imperiale”.

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Nella seconda parte Moura ci propone una canzone famosissima nel suo paese “A Casinha Pequenina” incisa tra gli altri da Gigli e dalla Berganza. Il velocissimo sillabato di “Engenho novo” ci fa apprezzare le sue capacità tecniche. I brani brasiliani sono per noi tutti nuovi e ci hanno fatto un’ottima impressione proprio per la loro genuinità e colore folkloristico.
Il baritono è stato accompagnato dal notevole pianista  Francesco Massimi che si è sostituito alla piena orchestra nei brani di Gomes con una attenzione alla voce davvero assoluta. Due brevi brani lo hanno visto protagonista, l’introduzione de Il Guarany e un brano che definiremmo “Decò” intitolato Odeon di Ernesto Nazareth dai ritmi quasi jazzistici.

Complimenti quindi per la realizzazione di questo concerto che ha avuto pieno successo e ci ha fornito uno spaccato di musica interessante poco conosciuta in italia. Vi daremo notizia di prossimi impegni di Wellington Moura sul suolo italiano.

Fabio Tranchida