ENSEMBLE DI MUSICA CONTEMPORANEA DEL CONSERVATORIO
Venerdì 3 e Domenica 5 Novembre 2017
Sala Verdi, Conservatorio di Milano _Via Conservatorio, 12
Satyricon
Opera in un atto su libretto di Bruno Maderna dal Satyricon di Petronio
Musica di Bruno Maderna
Personaggi ed interpreti
Trimalcione Pasquale Conticelli, Ryunosuke Komatsu
Habbinas Fabio Buonocore
Eumolpo Giovanni Impagliazzo
Niceros Vladislav Kosov
Criside/Quartilla Sofia Nagast, Laima Ledina
Fortunata Vittoria Vimercati, Giulia Taccagni
Direttore Sandro Gorli
Regia Sonia Grandis
Scene Lidia Bagnoli
Costumi Daniela Casati Fava
Coreografia Simone Magnani
Truccatrici BCM Milano: Eleonora Della Paola, Monica Gilardoni, Roberta Marzupio, Alessandra Zacconi
Ensemble congiunto
Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris
KU – Kansas University School of Music
Bruno Maderna (Sant’Anna di Chioggia, 21 aprile 1920–Darmstadt, Germania, 13 novembre 1973) viene omaggiato con quest’opera in uno dei conservatorio dove da giovane ha studiato. Un’opera che appartiene all’ultimissimo periodo della sua creatività. Il suo stile è sempre stato caratterizzato da un certo sicretismo musicale ben avvertibile anche in Satyricon dove abbiamo ascoltato spunti da arie famose di Bizet, Gluck, Mozart, Offenbach, Strauss, Stravinskij, Verdi, Wagner e Weill. Ma le melodie famose che vengono suggerite presto si contorcono su loro stesse in una risata beffarda, la musica si fa ghigno e sberleffo sostenuta da un ensemble molto vario e indipendente dove i singoli strumenti hanno la possibilità di emergere.
I validi elementi dell’ensemble provengono da ben tre conservatori e sono stati diretti da Sandro Gorli con la massima attenzione tra strumenti, voci e recitazione. In realtà le “arie” scritte da Maderna sono indipendenti e potrebbero essere cantate in libera successione non essendoci una trama ben definita: nonostante ciò si cerca di eseguire l’opera negli allestimenti recenti con la successione impostale dalla prima assoluta in Olanda.
L’intelligente regia di Sonia Grandis sceglie di ambientare la vicenda in una Roma moderna, infatti gli archi della scenografia ci ricordano da vicino Il Palazzo della Civiltà del Lavoro, o Colosseo Quadrato all’EUR. Lo stesso palazzo figurava nel film Titus tratto dal primo dramma di Shakespeare ad indicare come anche edifici della Roma moderna siano entrati nell’immaginario collettivo.
Tutti i personaggi vestivano di rosso, un rosso porpora imperiale e i 6 mimi nell’introduzione musicale con il flauto a sostituire il ruolo di Scintilla si abbracciavano con molta voluttà. Giganteggiava nella scenografia una lama tra due orecchie, chiara citazione di un dipinto di Bosch, ma qui con una accezione sessuale ben evidente; tutta l’opera ha infatti riferimente a un banchetto quasi dionisiaco dove cibo e sesso si confondono.
Molto comica risulta la scena delle flatulenze di Trimalcione, imitate dal suono congiunto di fagotto e trombone: la scena identica viene ripetuta due volte in momenti diversi. In un momento successivo la citazione “Quand’ero paggio” dal Falstaff verdiano risulta molto divertente. Il personaggio di Fortunata, dalle abbondanti forme di una matrona romana, cita invece l’aria di sortita di Carmen mentre le gira attorno Eumpolo vestito da cardinale della curia romana con effetto molto comico come nei film di Fellini. La tuba come strumento viene utilizzata con i suoi risvolti più comici come per esempio intonando “tuba mirum” o in una grottesca marcia funebre. Tutti i personaggi cantano in inglese. a parte qualche citazione in latino, poiché Maderna componeva per un pubblico internazionale e la prima fu appunto in Olanda. Sia il personaggio di Criside che di Fortunata hanno un canto che si sviluppa anche nel parlato alternando ritmi saltellanti a effetti più plateali.
Complimenti a tutti i partecipanti a questo omaggio a Maderna, un’opera di circa un’ora di durata che ha impegnato tantissime maestranze del conservatorio e non solo per una realizzazione così accurata e divertente. Sonia Grandis ha tenuto insieme questa grande macchina dello spettacolo divertendo il pubblico e insieme restituendo una partitura rara che ha nel citazionismo musicale la sua cifra stilistica.
Fabio Tranchida