Commedia lirica in tre atti, libretto di Arrigo Boito
Musica GIUSEPPE VERDI
Teatro Regio di Parma domenica 22 ottobre
Personaggi | Interpreti |
Sir John Falstaff | ROBERTO DE CANDIA |
Ford, marito di Alice | GIORGIO CAODURO |
Fenton | JUAN FRANCISCO GATELL |
Dott. Cajus | GREGORY BONFATTI |
Bardolfo, seguace di Falstaff | ANDREA GIOVANNINI |
Pistola, seguace di Falstaff | FEDERICO BENETTI |
Mrs. Alice Ford | AMARILLI NIZZA |
Nannetta, figlia d’Alice e Ford | DAMIANA MIZZI |
Mrs. Quickly | SONIA PRINA |
Mrs. Meg Page | JURGITA ADAMONYTE |
Maestro concertatore e direttore
RICCARDO FRIZZA
Regia
JACOPO SPIREI
Scene
NIKOLAUS WEBERN
Costumi
SILVIA AYMONINO
Luci
FIAMMETTA BALDISERRI
Maestro del coro
MARTINO FAGGIANI
FILARMONICA ARTURO TOSCANINI
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA
A chiusura del Festival Verdi 2017 abbiamo assistito al Falstaff ultima opera ad essere composta da Verdi. Si pensò per un certo tempo che sarebbe stata seguita dal Don Chisciotte ma l’età avanzata del maestro impedì questo ulteriore progetto. Gli ultimi due libretti, Otello e Falstaff, sono opera di un grande poeta e musicista Arrigo Boito che fornì a Verdi tutta l’originalità del suo poetare e per quanto riguarda Falstaff una miriade di termini desueti, neologismi e rime lambiccate perfetto per una commedia musicale raffinata e divertente.
Il regista Jacopo Spirei riesce ad adattare tutti i tre atti e le sei scene in solo due locations, una più piccola in proscenio come abitazione di Falstaff e una seconda più ampia comprendente la casa di Alice e le case limitrofe. Un notevole risparmio di soldi e una concentrazione drammatica in soli due luoghi molto apprezzata da noi.
Vi abbiamo da poco riferito del successo di Roberto De Candia nel ruolo comico di Lord Rocburg un ruolo certo molto leggero rispetto alla profondità e le mille sfumature del Sir inglese, dal pancione enorme. De Candia ormai ha approfondito benissimo questo ruolo, dalla componente umana a quella autoironica. Da Candia ha una voce robusta, caratterizzata da uniformità di registro e dalla capacità di costruire delle frasi sempre credibili. Il baritono riesce sempre ad accentare con precisione portando spesso alla risata, una risata agrodolce. Ottima l’aria sull’onore, “Quand’ero paggio” e l’attacco alla grande fuga buffa finale.
Giorgio Coaduro è un Ford molto divertente, conscio di giocare col fuoco e rischiare la fedeltà della moglie: questo ruolo ambiguo viene svolto con una vocalità fluida e morbida evidente nella scena di travestimento come signor Fontana. Amarilli Nizza è un soprano dalla carriera ormai completa capace sia come attrice che come cantante di svelare tutte le sottigliezze di Alice che da sola tiene a bada le procaci offerte di Falstaff. La voce riesce nella lettura della doppia lettera a divertirci molto, così come nel duetto (dalle 2 alle 3) prima che arrivi il geloso marito. Le morbidezze della voce della Nizza si differenziano dall’accento più aspro di Sonia Prina, una moderna Mrs. Quickly vestita con giacca di pelle borchiata. La Prina si trova a suo agio con un personaggio così giocoso e benevolmente insidioso: il registro centrale è utilizzato per rendere comica la parola “reverenza” ogni volta con accenti diversi.
Jaun Francisco Gatell è un ottimo tenore che seguiamo molto nelle sue trasferte. Dopo i successi nel Viaggio a Reims a Roma ora si sta sdoppiando tre Nemorino a Firenze e Fenton qui a Parma: la voce luminosa, chiara e ben intonata è molto adatta a descrivere questo giovinetto con le prime passioni e i primi battiti di cuore. Ben cesellata l’aria del terzo atto e sublimi i duetti sempre sfuggenti con Nannetta, Damiana Mizzi divertente ragazza moderna che gioca con la sua parte fino all’apoteosi come Regina delle Fate: qui la voce si fa eterea e chiara, ben combinandosi con un’orchestra rarefatta. In tutta l’opera l’orchestra utilizzata da Verdi con eccellente studio dei colori è risaltata bene sotto la direzione di Riccardo Frizza.
Parti di contorno molto ben realizzate ed in particolare Pistola di Federico Benetti. Tutto era ambientato in una ipotetica Londra anni ’80 molto scanzonata e hippy. Uno spettacolo gustoso, semplice e al tempo stesso curato nei minimi dettagli della recitazione. I tre spettacoli che abbiamo recensito del Festival Verdi 2017 hanno avuto tutti e tre particolare successo non solo per le compagnie di canto particolarmente affiatate ma anche per tre regie classiche o innovative che hanno colpito nel segno.
Il festival dell’anno prossimo si sta già concretizzando e i titoli saranno, Macbeth, Le trouvère, Giorno di regno e Attila. Titoli forti per un festival che ha già raccolto 1.000.000 di euro per quello del 2018. Congratulazioni.
Fabio Tranchida