musica di Engelbert Humperdinck

Progetto Accademia

Pantomima in tre quadri

Libretto di Adelheid Wette

Hänsel    Anna Doris Capitelli
Gretel     Francesca Manzo
 Peter   Gustavo Castillo
Gertrud Chiara Isotton
La strega  Mareike Jankowski
L’omino della rugiada Céline Mellon
L’omino della sabbia  Enkeleda Kamani

Coro di Voci Bianche e Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala

Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore Marc Albrecht
Regia Sven-Eric Bechtolf
Scene Julian Crouch
Costumi Kevin Pollard

Humperdinck lo possiamo considerare un contemporaneo di Puccini ed ebbe la fortuna di conoscere Wagner nei suoi ultimi due anni di vita mentre Wagner era a Posillipo a completare il Parsifal. L’amicizia continuò con il figlio di Wagner, Siegfried anche lui compositore di opera-fiabe come Humperdinck che ne realizzò una quindicina.
Possiamo considerare Hänsel und Gretel, il capolavoro più noto del compositore, come una fiaba generata da fratelli, da tanti fratelli… innanzitutto i Fratelli Grimm, Humperdinck e sua sorella(la librettista), i suoi due figli omaggiati del componimento e i fratelli protagonisti della storia!

La fiaba è stata edulcorata rispetto alla versione dei Grimm: il padre è uno scopinaio ( con riferimento alla scopa usata dalla strega), la madre diventa una acida matrigna, scompaiono sassi e briciole e l’osso di pollo che rimanda alla magrezza di Hansel diventa uno stecco di legno. La strega veramente logorroica non mangia proprio i bambini ma li “biscotta” li trasforma in dolci. In realtà senza mangiarli alla fine poiché tutti i bambini ritorneranno, lei morta, nelle forme umane.

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La musica è molto influenzata da Wagner prendendone gli aspetti migliori, l’uso dei corni per indicare la natura primigenia e il flusso continuo di musica. Di suo il compositore aggiunge molte danze, filastrocche e canti popolari presi di peso dalla tradizione. Anche le melodie che Humperdinck crea ex-novo sono debitrici a questo mondo popolare e il compositore è abilissimo a mimetizzarle.

Lo spettacolo visto questa sera ci è sembrato sublime sopratutto dal punto di vista visivo: la sinfonia iniziale è stata tutta sceneggiata con i due piccoli persi tra i rifiuti di una megalopoli sullo sfondo, condividendo il destino con i barboni con i loro carrelli che contenevano di tutto. Un mondo ai margini della società che con l’inizio dell’opera si trasforma nella loro casa fatta di cartone come un pacco postale: proprio da un pacco enorme sempre presente in tutti i cambi di scena usciranno personaggi e oggetti fondamentali per lo svolgersi della trama. Bellissimo il bosco accogliente del secondo atto, con tanto di uccelli giganti al suono del cuculo; poco dopo il bosco si fa minaccioso e scuro ma compare la casetta “croccante”, quella che noi chiamiamo di marzapane, e la strega anche lei simile a una barbona con il suo vestito patchwork. Stupendi gli omini di pan pepato in una breve danza che si trasformeranno in bambini solo alla fine. A proposito gli undici barboni che ogni tanto appaiono si trasformeranno in undici angeli protettori dei due bambini nel bosco: spesso quindi il vestito ci può trarre in inganno…Il continuo passaggio dalla città, alla capanna e alla casa della strega è stato svolto con oculata grazia e ha permesso di percepire quasi una seconda trama oltre a quella nota della storia per bambini.

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Bravi i cantanti dell’Accademia della Scala che hanno affrontato i ruoli con la giusta preparazione: Hänsel di Anna Doris Capitelli nel ruolo en travesti ci ha colpito con la sua voce corposa, intonatissima e anche per il perfetto physique du rôle. Gretel di Francesca Manzo ha voce più sottile e sebbene alcuni acuti fossero non perfetti la parte è stata svolta con garbo e precisione. Peter è  Gustavo Castillo divertente padre un poco ubriacone, che canta “Rallalala” sotto l’influsso del vino grazie a una voce potente e roboante ma non per questo non attenta al dettaglio. Gertrud è Chiara Isotton nella parte della matrigna disperata per i figliastri alquanto discoli: Chiara Isotton ha cantato col giusto piglio in una parte non particolarmente ampia. Divertentissima la strega che il regista fa comparire fin dall’ouverture: Mareike Jankowski dietro ha buffi occhiali, canta imperterrita davanti hai due ragazzi ma farà una brutta fine, non nel forno ma nello scatolone sempre presente che in questo caso prende le veci del forno dei biscotti. La voce è un po’ camuffata giustamente per esprime al meglio la malignità della strega, e Mareike Jankowski riesce benissimo in questo ruolo. Bellissimi i costumi dell’omino di sabbia e della rugiada quest’ultimo trasformato in lumaca con un colpo di genio del regista Sven-Eric Bechtolf secondo me vero protagonista della serata.

Bene l’orchestra dei giovani dell’Accademia, diretta da Marc Albrecht in una partitura certo non facile da concertare. I giovani musicisti sono risultati vincenti nel suonare della musica solo apparentemente facile ma che nasconde numeroso insidie. Compattezza del suono e tempi corretti sono state le qualità migliori in questa performance. Consigliamo a tutti la visione di questo vero e proprio gioiello, una gioia per la vista e per l’udito. E vissero felici e contenti…

Fabio Tranchida