Concerto per archi e basso continuo in sol maggiore “Alla Rustica”, RV 151
Allegro, Adagio, Allegro
Da Orlando furioso: “Poveri affetti miei”
Michela Antenucci, soprano
“Se cresce un torrente”
Loriana Castellano, contralto
Da La costanza trionfante degl’amori e degl’odii: “Tra le braccia alla mia vita”
Michela Antenucci, soprano
Loriana Castellano, contralto
Concerto in mi maggiore, Op.1 RV 269 “La Primavera”
Allegro: Giunt’è la Primavera
Largo: Il capraro che dorme
Allegro: Danza pastorale
Da Orlando furioso:
“Benché nasconda” Laurence Meikle, basso
Concerto in sol minore, Op.8 n.2 RV 315 “L’Estate”
Allegro non molto: Languidezza per il caldo Adagio – Presto: Il sonno – Il timore Presto: Tempo impetuoso d’Estate
Da L’incoronazione di Dario: “Col furor ch’in petto serbo”
David Ferri Durà, tenore
“Pur t’abbraccio, pur t’annodo”
Loriana Castellano, contralto
David Ferri Durà, tenore
Da Orlando furioso:
“Sol da te, mio dolce amore”
Philipp Mathmann, controtenore
Da Farnace:
“Io sento nel petto”
Michela Antenucci, soprano
Laurence Meikle, basso
Concerto in fa maggiore, Op.8 RV 293 “L’ Autunno”
Allegro: Ballo, e canti de’ villanelli Adagio: Ubriachi dormienti Allegro: La caccia
Da Farnace:
“Gelido in ogni vena” Lucia Cirillo, mezzosoprano
Concerto in fa minore, Op.8 n.4 RV 297 “L’Inverno”
Allegro non molto: Agghiacciato tremar Largo: La pioggia Allegro: Camminar sopra il ghiaccio
I Barocchisti
Violino di spalla Fiorenza De Donatis
Violino solista Duilio Galfetti
Maestro al cembalo Diego Fasolis
Molto nutrito il concerto dedicato al genio di Vivaldi che completava con coerenza la grande opera, l’Orlando, a cui avevamo assistito il giorno prima. Lo stesso direttore Diego Fasolis ha alternato le celeberrime 4 stagioni con arie operistiche del grande veneziano. Innanzitutto bisogna elogiare l’ensemble de I Barocchisti che suonano utilizzando strumenti originali, scelta ancora più coraggiosa in uno spazio all’aperto come la suggestiva corte di palazzo Ducale di Martina Franca. Potremmo inoltre dire che non sono state le “solite” 4 stagioni ma una raffinata elegante elaborazione: mentre nell’originale si tratta di concerti che prevedono l’uso dei solo archi, Fasolis ha allargato l’organico ad esempio con un flautino/ottavino a imitare gli uccelli insieme ai registri acuti dell’organo positivo nella primavera o i corni nell’autunno. Proprio in questo mese il bravissimo primo violino solista eccedeva nelle stonature ad indicare l’andamento degli ubriachi. Forse aver utilizzato questa tecnica anche nel primo tempo allegro e non nel solo adagio di mezzo ha reso eccessivo questa imitazione musicale. Bellissime le increspature nell’estate e le mezze voci dell’inverno. Davvero una esecuzione maiuscola che dà prova di piena frequentazione di questo repertorio, un assimilazione precisa che porta alla possibilità di arricchire il dettato vivaldiano con la massima autorità e professionalità. Grandi elogi al primo violino solista Duilio Galfetti in stato di grazia.
Alcune arie ascoltate provenivano proprio dell’Orlando come “Sol da te, mio dolce amore” col flauto solista eseguite da Philipp Mathmann colui che avrebbe dovuto in prima istanza cantare Ruggiero. Ci è sembrata una esecuzione precisa ma senza anima, un semplice solfeggio nell’immobilità espressiva.
Sempre brava l’Angelica di Michela Antenucci in “Poveri affetti miei” dolce nelle suadenti progressioni e la Bradamante di Loriana Castellano in “Se cresce un torrente” dall’andamento ben sostenuto e dalla notevole cadenza incisiva. Sopra un basso ostinato e corposo cantano insieme un raro duetto da La costanza trionfante degl’amori e degl’odii. Insufficiente il basso Laurence Meikle cover di Michele Novaro che nel ruolo medesmo di Astolfo esibisce suoni un poco artefatti quasi a volere scurire la voce peraltro con difetto di legato evidente.
Interessante la vocalità ben educata di David Ferri Durà già molto apprezzato l’anno scorso nel Don Chisciotte di Paisiello in masseria a Matera e che oggi ci propone due brani dall’Incoronazione di Dario da poco eseguita integralmente a Torino. David Ferri Durà ci è piaciuto particolarmente nella ripresa della sua aria dove le variazioni accentuavano meglio il fraseggio spostando la tessitura verso l’acuto. Bellissimo il duetto successivo con Loriana Castellano dove dolci e raffinati sono risultati gli intrecci delle voci con effetto quasi di chiasmo.
Capolavoro assoluto della serata che ben anticipava il freddo Inverno l’aria “Gelido in ogni vena” dal Farnace cantato dalla compagna di Diego Fasolis, Lucia Cirillo (Alcina nell’Orlando della sera precedente).
Grazie alla scelta di un tempo abbastanza largo l’aria si è trasformata in un monumento affollato da brividi interni in un’ensemble particolarmente sensibile ad un effetto imitativo. Le continue discese degli archi si associavano alla bellezza algida della voce della Cirillo con effetti quasi di sospensione che hanno emozionato tutti noi. Davvero un colpo di scena nella parte finale di questo generoso concerto.
Nel breve intervallo è stato conferito il premio “Rodolfo Celletti” a Ramon Vargas in grande tenore messicano che ebbe all’inizio della sua carriera un rapporto con Celletti testimoniato dalle parole emozionate dello stesso tenore.
Fabio Tranchida
…credo che il basso sia Riccardo Novaro e non Michele, quello dell’inno d’Italia… 😂