spettacolo lirico ideato e narrato da Andrea Scarduelli
V e VI rappresentazione  |  VIII stagione lirica 2017

Sabato 18 marzo e domenica 19 il Teatro ha fatto il solito tutto esaurito, ma non con uno spettacolo facile dove si accarezza l’orecchio con dolci melodie, ma ha riempito il teatro con il complesso e filosofico Wagner. Un concerto difficile da organizzare in quanto il flusso continuo degli atti della Teatralogia non permette facili antologie. Andrea Scarduelli l’anno scorso aveva ideato un percorso alquanto arduo tra le opere progettate e mai composte da Wagner, e quest’anno ci ritenta condensando in tre ore il mare magnum delle 15 ore e mezza della Teatraloriga l’opera in un prologo e tre giornate che non ha eguali nella storia della musica per complessità, per durata e per innovazione musicale.

Wagner compose il prologo, L’oro del Reno e La Walkiria per prime poi interruppe la composizione per dedicarsi a Tristano e ai Maestri Cantori. Dopo quindi dieci anni e un cambio di stile ravvisabile si accinse a comporre Sigfrido e Crepuscolo. Quest’ultima giornata comprende anche il coro poiché il libretto del Crepuscolo fu il primo ad essere ultimato e quindi ancora legato a una concezione melodrammatica precedente. L’uso dei motivi conduttori in questo ciclo è l’aspetto più evidente e particolare: Wagner associa a personaggi, cose e azioni e situazioni il suo particolare tema che si ripresenta ogni volta coerentemente.

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Il pianista Stefano Giannini ci ha illustrato i singoli temi estrapolandoli dal contesto con intento didattico: la sibilla, le onde del Reno, l’annientamento, l’anello, la spada, ecc. Ottima scelta quella di soffermarsi sui temi poiché permette di comprendere la grammatica wagneriana.

Interessante la prova di Mayuko Sakurai in “Cedi, Wotan! Cedi!” dove impersonava la dea della terra Erda.  La voce è sicura e ben tornita, le note gravi ben sostenute.

Il lungo duetto tra fratello e sorella amanti è stato svolto da Bum Joo Lee e Sofia Nagast rispettivamente Siegmund e Sieglinde. Il tenore ci ha davvero sorpreso per la bellezza del timbro, la facilità dell’emissione e la capacità di reggere ampie arcate sonore. Sofia Nagast è altrettanto brava facendo risaltare una scrittura tutt’altro che agevole. La voce è piena, rigogliosa e generosa nelle ampie frasi.

Il finale della Walkiria quando Brünnhilde è circondata dal cerchio di fuoco è stato cantato da Davide Hong Shin Kit: una lunga aria di Wotan, il dio viandante dove il tema del sonno affiora più volte in contrasto con quello di Loge e il fuoco. Il basso lo abbiamo apprezzato sempre negli scorsi concerti al Belloni anche in questo repertorio ha avuto il suo successo  grazie alla competenza nel fraseggio e il notevole volume di voce mostrato.

Ben svolto anche il duetto della seconda giornata tra Brünnhilde (con numerosi do acuti) e Siegfried: intelligente la proposta di vedere a questo punto il film sui Nibelunghi di Fritz Lang una mega produzione degli anni ’20. Incredibile la scena della lotta col drago sputa fuoco che è risultata spettacolare considerando gli effetti speciali dell’epoca.

Ha concluso il concerto l’aria lunga e ampia di Brünnhilde dove ordina di preparare una pira per se stessa. Davvero superlativa la prova per Sofia Nagast che ha eseguito con tanta perizia tre brani così impegnativi in un unico concerto.

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Bravissimo il pianista Giannini che ha affrontato pagine difficilissime da concertare e con armonie complesse a cangianti riuscendo a imitare gli impasti orchestrali.

Scarduelli ha raccontato la Teatralogia come fosse una fiaba, riuscendo a guadagnare l’attenzione anche dei più piccoli che sedevano in platea. Un narrazione semplice e lineare scevra di tutte le implicazioni filosofiche presenti in questo capolavoro unico della storia della musica.  Tutta la famiglia Belloni è risultata impegnata tra regia e luci con grande successo per altre due serate impegnative e gratificanti.

Scarduelli ha annunciato per l’anno prossimo una selezione dai tre capolavori della maturità, Tristano, Maestri Cantori e Parsifal: attendiamo con fiducia.

Prossimo appuntamento l’8 e il 9 aprile alle 16 per le voci d’angelo, gli usignoli che interpreteranno le arie più difficili mai scritte per voce femminile. Non mancate. Qui in calce potrete trovare tutte le fonti di ispirazione di questo ciclo, grazie alla meticolosa ricerca di Andrea Scarduelli.

Fabio Tranchida

 

RICHARD WAGNER (1813-1883)

DER RING DES NIBELUNGEN

Ein Bühnefestspiel für drei Tage und einen Vorabend | Libretto di Richard Wagner da

Trilogia Prometheia di Eschilo

(Prometeo incatenato, Prometeo liberato, Prometeo portatore del fuoco, nella traduzione di Johann Gustav Droysen) (460 a.C.)

Trilogia Orésteia di Eschilo

(Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi, nella traduzione di Johan Gustav Droysen) (458 a.C.)

Das Nibelunglied di autore ignoto (1200 ca)

Edda poetica di Saemundr Sigfússon (1250 ca)

Edda in prosa di Snorri Sturluson (1250 ca)

Völsunga Saga di autore anonimo islandese (1250 ca)

Thidrekssaga af Bern di autore anonimo norvegese (1270)

Storia di uno che se ne andò in cerca della paura di Jakob e Wilhelm Grimm (1812)

e da suoi precedenti saggi e studi:

Der Nibelungen-Mythus: als Entwurf zu einem Drama (1848)

Siegfrieds Tod (1848) (diventerà poi Götterdämmerung nel 1856)

Die Wibelungen: Weltgeschichte aus der Sage (1849)

Der junge Siegfried (1851) (diventerà poi Siegfried nel 1856)

Siegmund und Sieglind: der Walküre Bestrafung (1851) (diventerà poi Die Walküre)

Der Raub des Rheingoldes (1852) (diventerà poi Das Rheingold)

Prima rappresentazione del ciclo | Bayreuth, Festspielhaus 13, 14, 16, 17 agosto 1876