Gala di apertura della VIII Stagione Lirica 2017
spettacolo lirico ideato e narrato da Andrea Scarduelli
I e II rappresentazione | VIII stagione lirica 2017
sabato 28 gennaio 2017 ore 16
domenica 29 gennaio 2017 ore 16
Mitridate re di Ponto KV 87 | Lucio Silla KV 135 | Idomeneo re di Creta KV 366
Die Entführung aus dem Serail KV 384 | Le nozze di Figaro KV 492 | Don Giovanni KV 527
Così fan tutte KV 588 | La clemenza di Tito KV 621 | Die Zauberflöte KV 620Aria da Concerto KV 538
Go Eun Lee soprano di coloratura
Lucrezia Drei soprano lirico leggero
Serena Erba soprano lirico
Mayuko Sakurai mezzosoprano
Livio Scarpellini tenore di grazia
Lucas Moreira Cardoso baritono
Davide Hong Shin Kil basso
Stefano Giannini | concertatore e pianista
Andrea Scarduelli | ideatore e narratore
Marco Belloni | regia alle scene
Arturo Monti | maestro alle luci
Inizia felicemente l’VIII stagione del meritorio Teatro Antonio Belloni con un ampio omaggio al genio assoluto di Mozart di cui festeggiamo il compleanno del 27 gennaio. Andrea Scarduelli ci ha condotto in un’ampia panoramica con un concerto della durata di più di tre ore alternando trame e sottotrame con i momenti musicali tutti di qualità.
Mozart ha trascorso tre anni della sua gioventù in Italia di cui ben un anno complessivo a Milano. Qui fu incaricato di comporre tre opere Mitridate re di Ponto (di cui vi inviatiamo ad assistere alle recite londinesi di giugno), Ascanio in Alba e Lucio Silla entrambe viste in anni recenti alla Scala. Furono composte per il Regio Ducal Teatro (che si trovava nell’odierno Palazzo Reale di Milano) in quanto la Scala non esisteva ancora.
Livio Scarpellini ha proprio interpretato il re Mitridate in una aria tra le più difficili mai scritte. Mitridate è sconfitto dall’esercito romano perdendo il suo amplissimo regno: l’aria è caratterizzata da dei salti scoperti verso l’acuto che la rendono una parete verticale quasi impossibile da scalare. Scarpellini senza tema supera la prova mantenendo volume anche nelle note acute, ben sicure. Molti i ruoli di re interpretati dal tenore in questo concerto con lo splendido gioiello dell’Idomeneo un’aria di tempesta che supera tutte quelle migliaia composte nel ‘700. La stessa sicurezza nell’interpretazione anche nel ruolo di Tito penultima opera lirica mozartiana. Il ruolo del tenore nell’opera seria settecentesca era spesso legato a personaggi di potere e alteri poiché l’amoroso era solitamente il soprano maschile dallo spiccato virtuosismo.
Proprio un soprano Venanzio Ranuzzini eseguì nella chiesa di sant’Antonio Abate di Milano “Exultate, Jubilate”: abbiamo sentito Go Eun Lee soprano di coloratura eseguire il famoso Alleluja tratto da questo mottetto. Ciò che è da sottolineare è la capacità di dare espressione alla coloratura che caratterizza specie la coda dell’Alleluja. Con piccoli ritardi e accelerazioni si è data forma a ciò che sarebbe potuto essere solo un difficile solfeggio. Bravissima anche nell’aria “Ach ich liebte” dal Ratto del Serraglio con voce ben sostenuta e parti brillanti.
Sempre dal Ratto Lucrezia Drei ha svolto con grande professionalità “Martern aller Arten” vero scoglio quasi insuperabile: le volate vertiginose hanno entusiasmato il pubblico per la precisione tecnica e la bellezza del timbro. La Drei ha concluso la prima parte del concerto con l’Aria da Concerto KV 538 vera e propria lettera d’amore di Mozart a Aloysia Weber como ci ha spiegato Scarduelli.
Serena Erba ha voce più leggera ed è risultata efficace in una Zerlina ingenua e remissiva nel duetto con Don Giovanni e nella Despina-Notaio.
Ottima la prova di Lucas Moreira Cardoso un baritono prediletto dal Belloni che gli ha portato fortuna avendo vinto recentemente il concorso Aslico. Un Conte d’Almaviva invero autorevole con mille cambi di umore ben realizzati da una voce multiforme capace di sbalzi e di ampie arcate o di sillabati come nella rara “Rivolgete a lui lo sguardo” aria alternativa di Guglielmo nel Così fan tutte infinitamente superiore a quella in partitura. Divertenti i mille “Pa-pa-pa-pa” del duetto del Flauto magico, una vera mitraglietta del baritono Cardoso insieme alla simpatica Serena erba.
Davide Hong Shin Kil ci ha divertito con il famoso “re basso” dell’aria di Osmin che per forza non può avere il volume del resto del componimento. Una dizione ancora da affinare non gli ha compromesso la brillantezza del ruolo di Osmin, e nell’aria del Catalogo di Leporello con i numerosi ammiccamenti.
Mayuko Sakurai è un’ospite graditissima del Teatro Belloni, e oggi ha cantato solo un’aria, ma un’aria importante “Parto, ma tu ben mio” da La clemenza di Tito. Il primo interprete fu Domenico Bedini di Fossombrone che iniziò la sua carriera a Pesaro. Quando cantò nell’opera di Mozart era ormai a fine carriera e finì poi per cantare nella Santa casa di Loreto ritornando quindi nella sua regione natale. Mayuko Sakurai ha affrontato la drammatica parte iniziale con il suo timbro brunito dai vividi colori. Fuochi d’artificio invece nella seconda parte con terzine incalzanti veramente difficili da realizzare.
Un grande successo complessivo con la possibilità di tutti i cantanti di cantare nel finale d’atto secondo del Così fan tutte un ampio pezzo d’assieme equilibrato in tutti i suoi aspetti. Da ricordare la bravura del concertatore e pianista Stefano Giannini dal tocco delicato e dai ritmi sempre pronti ad assecondare le esuberanti voci. Plauso in particolare nell’impegnativa, anche per il pianista, “Martern aller Arten” e nell’aria di Sesto dove il virtuoso pianista doveva tra l’altro eseguire la parte originariamente scritta per il clarinetto vero strumento principe in Mozart.
Le luci erano seguite da Arturo Monti essendo Giovanni Belloni in trasferta a Saronno e la solida regia alle scene affidata a Marco Belloni.
Il Teatro Belloni prosegue con impegno la stagione con altri 4 concerti da qui al 14 maggio. Il prossimo appuntamento Grandi Scene D’Opera il 18 e 19 febbraio ore 16.00. Prenotate gli ultimi biglietti!
Fabio Tranchida