Musica di Antonio Salieri- Libretto di Caterino Mazzolà
Teatro Pergolesi –Jesi
Il conte Bandiera- (tenore) –Patrick Kabongo
La contessa – (soprano)- Francesca Longari
Blasio -marito geloso di Ernestina- (baritono)-Benjamin Cho
Ernestina -moglie di Blasio- (soprano)-Eleonora Bellocci
Lumaca- servitore di Blasio- (baritono)-Qianming Dou
Carlotta (cameriera di Ernestina- (mezzosoprano)-Ana Victoria Pitts
Il Tenente (amico del conte, cugino di Blasio)- (tenore)-Manuel Amati
Direttore- Giovanni Battista Rigon
Orchestra I virtuosi italiani
Regia- Italo Nunziata
Scenografia-Andrea Belli
Costumi-Valeria Donata Bettella
Luci- Marco Giusti
Il 13 e il 15 gennaio e il 12 gennaio 2017 in anteprima per gli studenti è andata il scena la prima rappresentazione in tempi moderni della “Scuola dei Gelosi” di Antonio Salieri diretta da Giovanni Battista Rigon . Lo spettacolo è stato realizzato dalla Fondazione Pergolesi- Spontini con la collaborazione della Fondazione culturale Antonio Salieri di Legnago, delle Fondazione Teatro delle Dolomiti di Belluno, Maggio Musicale Fiorentino e Teatro Marrucino di Chieti, teatri nei quali seguiranno le prossime rappresentazioni.
L’opera fu presentata la prima volta il 28 dicembre 1778 al teatro San Moisé di Venezia e il 22 aprile 1783 al Burgtheater di Vienna, con libretto revisionato da Lorenzo Da Ponte. Fu un’opera amata immediatamente dal pubblico per la sua piacevolezza e comicità ed ebbe subito una larghissima diffusione, ammirata da personaggi celebri e uomini di cultura, fra i quali Goethe.
La trama è complessa e basata su intrighi amorosi, tentativi di seduzione e atteggiamenti di gelosia sfrenata all’interno delle tre coppie protagoniste e sul rapporto fra le tre classi sociali: nobiltà ormai in fase di decadenza, borghesia in ascesa e servitù. Il ruolo del Tenente richiama quello del don Alfonso del mozartiano Così fan tutte, ma in questo caso in difesa del ruolo femminile: la donna libera sarà quella più fedele. Per conquistare una donna più facilmente, aggiungerà saggiamente il tenente, bisognerà andare nella casa di un marito geloso. Nel finale tutti i sentimenti si ricompongono armonicamente secondo i canoni del razionalismo settecentesco. La gelosia è un sentimento che si oppone allo spirito illuministico. Molti sono i richiami alla musica e ai libretti mozartiani , elemento che mette il luce una collaborazione fra i due musicisti contemporanei e che va a sfatare l’accusa di “avvelenamento”di Mozart da parte di un “invidioso Salieri”, accusa diffusa a causa di una serie di interpretazioni prive di fondamento, dell’opera di Puskin, pretesto per la costruzione letteraria dell’’assassinio di un genio”, e di un famoso dramma (poi film) di Milos Formann.
La struttura musicale dell’opera si articola nella successione sinfonia, introduzione, recitativi e arie, alcuni duetti. Originalissimi i finali d’atto con sorprendenti e brillanti concertati, che risultano gli elementi più originali dell’opera.
Le voci sono tutte rispondenti ai ruoli interpretati. Patrick Kabongo (tenore) congolese e Biongick Cho (baritono) coreano si distinguono per limpidezza della voce, fraseggio e dizione sorprendente per precisione . Chiarezza e capacità interpretativa caratterizzano il baritono cinese Quanming Dou, formatosi in Ucraina, nel ruolo del servitore Lumaca. La presenza di questi giovanissimi cantanti stranieri evidenzia con piacere la diffusione e la cura per la musica italiana nel mondo. Unica voce maschile italiana il giovane tenore Manuel Amati in un ruolo di primaria importanza, in quanto voce del razionalismo illuministico, determinante nella ricomposizione dei ruoli sociali e familiari rappresentati dalle coppie in preda a gelosia e sentimenti confusi. Tale ruolo è stato assolto in modo brillante per vocalità chiara e presenza scenica. Francesca Longari, la contessa gelosa del marito seduttore , seduttore che ricorda il Don Giovanni mozartiano, si distingue per colore e agilità , capacità interpretative, altrettanto l’Ernestina di Eleonora Bellocci, povera moglie vessata da un marito ossessionato dalla gelosia. La vocalità del mezzosoprano cinese Quianming Dou presenta colore e morbidezza.
L’ambientazione è spostata nel primo ‘900 e la scenografia si presta ad un rapido e facile cambiamento, suggerendo un’atmosfera intrisa di magia, piacevole creatività e senso del gioco. La scena è in continuo movimento e realizzata con materiali semplici. Un’automobilina , presumibilmente di legno o cartone, è presente in vari momenti e suggerisce una continuità nel tempo. Singolari i costumi che si richiamano alla moda del primo ‘900, ma anche per alcuni dettagli ai costumi del ‘700 . I colori e le stoffe sono africane, coloratissime, ricche di fiori e ornamenti . le coppie presentano negli abiti richiami nel disegno, pur nella diversità del colore.
La regia conferisce unitarietà alla rappresentazione. Brillante l’esecuzione orchestrale e la direzione.
Uno spettacolo divertente e gradevolissimo che riesce a dare l’idea del gusto di un secolo lontano rispettandone il contesto e restituendone una versione adeguata alle esigenze della diversità del momento storico e della sensibilità. La Fondazione Pergolesi – Spontini sta offrendo al pubblico un grande contributo in tal senso e ci auguriamo una continuità in tale direzione.
Giuseppina Giacomazzi