Nelly,orfana: Cecilia Molinari
Fanny,giovane vassalla di Adelson: Sara Rocchi
Madama Rivers, governante: Giovanna Lanza
Salvini, amico di Adelson: Merto Sungo
Lord Adelson: Rodion Pogossov
Struley, nobile proscritto: Baurzhan Andherzanov
Bonifacio: Clemente Antonio Daliotti
Geronio, confidente di Struley: Enrico Marchesini
Direttore: José Miguel Perez Sierra
Regia: Roberto Recchia
Scenografia: Benito Leonori
Orchestra sinfonica “ G.Rossini”
Coro Lirico marchigiano “V.Bellini”
Nuovo allestimento della fondazione Pergolesi Spontini
Teatro Massimo “V.Bellini” di Catania
La stagione operistica 2016-2017 è stata aperta al teatro Pergolesi di Jesi nei giorni 11 e 13 novembre con il dramma musicale “alla francese” Adelson e Salvini, libretto adattato da Andrea Leone Tottola, basato sul romanzo omonimo Di Francois-Thomas-Marie de Baculard d’Arnaud”Les épreuves du sentiment”.
L’opera fu rappresentata nel febbraio 1825 al teatrino del Real Collegio di musica di Napoli ed è la prima opera di Vincenzo Bellini. Nicola Zingarelli , direttore a quell’epoca del Real Collegio, aveva infatti ripristinato l’usanza settecentesca ,quella di affidare al migliore allievo il compito di scrivere un’opera come saggio finale, opera che sarebbe stata eseguita dagli studenti del conservatorio. Questa prima versione (ne ebbe tre, due autografe e una terza non autografa, ma forse corrispondente alle intenzioni dell’autore), si collega alla tradizione dell’opera comique “alla francese” che sostituisce i recitativi secchi con dialoghi parlati alternati a brani musicali. La seconda versione non fu mai eseguita. Gli studiosi hanno comunque incontrato notevoli difficoltà a stabilire quale versione fosse da considerarsi definitiva, soprattutto in funzione dell’evoluzione stilistica dell’autore. La ricostruzione dell’opera e dei fatti è pertanto complessa, basata sugli autografi di Bellini, e potrebbe in futuro richiedere ulteriori verifiche.
La vicenda è romantica, romantica l’ambientazione in Irlanda del libretto di Tottola . Bellini si trovò a riciclare un libretto scritto per altri musicisti e il librettista si limitò a sfoltirlo, conferendogli il sottotitolo di “Un aneddoto inglese”. L’Irlanda è uno sfondo generico. La presenza dell’Italia è dominante, basti pensare al ruolo rilevante del basso-buffo che canta e recita in dialetto napoletano, a differenza degli altri protagonisti. La storia è romantica e trova un immediato riferimento nel Werther goethiano. Salvini è un pittore e vive nella prigione dorata del castello dell’amico lord Adelson. L’intrigo è amoroso: Adelson è fidanzato con Nelly, Salvini ama la stessa donna, Fanny ama Salvini e crede in alcuni momenti di essere corrisposta. Il tema dominante è la follia di Salvini che si coniuga con l’arte e si rivela nei tentativi di suicidio e nell’incapacità di condurre a termine i ritratti stessi. Dunque amore e arte. Lord Struley, aiutato da Geronio, suo confidente, crea l’intrigo ai danni di Adelson e Nelly, ma l’equivoco si risolverà e Adelson potrà unirsi in matrimonio con la sua promessa sposa.
Le voci femminili sono quelle del mezzo-soprano Cecilia Molinari (Nelly), voce calda, pulita, belcantistica, di Sara Rocchi, (Fanny) talvolta di poco spessore, ma adeguata al ruolo, Giovanna Lanza, dal timbro brunito e dalla buona presenza scenica.
E’ da tenere presente che I ruoli femminili erano stati affidati alle voci dei ragazzi del conservatorio napoletano e che i ruoli di maggior rilievo furono affidati alle voci maschili. Mertu Sungo (Salvini), ha potenza vocale, ma non sempre capacità interpretativa. Ottima la voce di Rodion Pogossov (Adelson), baritono russo: Intense ed espressive quelle del basso-baritono Baurzhan Anderzhanov del Kazakistan (Struley) e del basso Enrico Marchesini (Geronio, confidente di Struley). Sono tutti giovanissimi e si sono rivelati promesse future. Un ruolo particolare quello del baritono (buffo) Clemente Antonio Daliotti (Il Cuosemo del San Guglielmo d’Aquitania al festival Pergolesi- Spontini 2016) che si è distinto per espressività e capacità canore e recitative in napoletano, riscuotendo grandi consensi. Tutti hanno cercato di rivelarsi discreti interpreti nei momenti recitati.
L’orchestra, composta da non molti elementi, è stata diretta magistralmente, dal giovane spagnolo José Miguel Perez Sierra, che ha saputo mettere in rilievo le ascendenze rossiniane del giovane Bellini ed evidenziare le potenzialità di quello che sarà il grandissimo musicista futuro. Nell’ Adelson e Salvini è già presente il futuro grande Bellini.
La regia curata di Roberto Recchia sottolinea la connessione pittura-follia. La scenografia di Benito Leonori si avvale di pannelli che riproducono quadri di William Etty, pittore inglese dell’epoca belliniana, usati come quinte e pannelli facilmente spostabili. I costumi di Catherine Buyse Diane sono quelli dell’epoca , realizzati in tela grezza, e sembrano uscire dai quadri del pittore.
Uno spettacolo interessante, ricco di fascino, molto applaudito. Encomiabile l’impegno di musicologi, studiosi, e della Fondazione Pergolesi- Spontiti, nella ricerca e nella ricostruzione di opere raramente eseguite e talvolta dimenticate, ma che molto possono suggerire ad un pubblico moderno.
Giuseppina Giacomazzi