Rosmonda:Jessica Pratt
Enrico II:Michael Spyres
Leonora:Eva Mei
Arturo:Raffaella Lupinacci
Clifford:Nicola Ulivieri
Direttore:Sebastiano Rolli
Maestro del Coro:Lorenzo Fratini
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Libretto di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti
In collaborazione con la Fondazione Donizetti di Bergamo
La prima rappresentazione di quest’opera avvenne il 27 febbraio 1834 al Teatro della Pergola di Firenze, e proprio a Firenze riparte la scoperta di quest’opera di notevole fattura scritta per due stelle dell’epoca il soprano Fanny Tacchinardi-Persiani e Gilbert Duprez entrambi da li a poco a consacrare la fama del compositore con Lucia di Lammermoor al San Carlo. La cavatina di sortita di Rosmonda fu dalla Tacchinardi introdotta nelle recite parigine di Lucia tanto da divenire prassi nelle esecuzioni d’oltralpe in versione francese. Per il resto la musica fu obliata fino a due esecuzioni inglesi (1975, 1994), di cui la seconda destinata ai cd di Opera Rara con una giovanissima Renée Fleming e la direzione interessante di David Parry. La versione consegnata al disco segue la rielaborazione per il San Carlo di Napoli col titolo di Eleonora di Gujenna. La nuova protagonista del titolo avrebbe dovuto essere Giuseppina Ronzi de Begnis ma una epidemia di colera bloccò la produzione che non ebbe alcuna esecuzione fino appunto ad anni recentissimi.
L’Opera di Firenze insieme alla Fondazione Donizetti di Bergamo ha voluto coraggiosamente proporre la prima versione finora rimasta nell’oblio ma le scelte editoriali sono state alquanto criticabili.
Innanzitutto la Sinfonia apparterebbe alla versione napoletana tanto da venir ripresa nel nuovo finale II, ma è stata regolarmente eseguita. La cabaletta della prima aria-duetto di Leonora è nella versione fiorentina (versione alquanto debole e drammaticamente assurda poiché la Regina già cita il nome di Rosmonda). Non viene eseguita la sezione con eco tra Rosmonda e Arturo che è propria della versione fiorentina. La cabaletta dell’aria del secondo atto di Rosmonda si rifà invece giustamente alla prima versione.
I grandi problemi vengono nel finale II quando le due rivali vengono a contatto. Per Napoli Donizetti scrisse un superbo rondò catartico per il ruolo di Leonora ormai protagonista che potete ascoltare nella versione di Nelly Miricioiu per Opera Rara.
Volendo ostinatamente proporre la versione fiorentina del finale II distrutto dal compositore sostituendolo col nuovo rondò, il curatore ha pensato di comporre musica nuova sul breve testo di Romani, testo che non è stato neanche riportato nel libretto del programma di sala ed è stato musicato in maniera alquanto assurda. Se così si è pensato di far giustizia al compositore si è sbagliato di grosso. Speriamo che a novembre a Bergamo una soluzione più appropriata venga adottata.
Sul fronte dell’esecuzione invece notevoli risultati con 5 cantanti in ottima forma che hanno reso giustizia alla partitura dove il belcanto è protagonista assoluto.
La prima a comparire è l’algida Eva Mei, che seguiamo dalla sua Amenaide al Rof: già sospettosa del tradimento mette sotto torchio il povero Arturo, Raffaelle Lupinacci en travesti. L’acidula voce della Mei indica l’alterigia della Regina mentre il timbro più scuro del mezzosoprano fa da contrasto in questa atipica aria con pertichino che in alcuni momenti è un vero e proprio duetto. Privata della cabaletta napoletana la Regina canta quella della versione fiorentina e così facendo l’uscita di Eleonora è un poco sotto tono.
Brillante la sortita di Enrico II, Micheal Spyres che non sembra essersi stancato del recital del giorno prima: anzi il tenore torna galvanizzato in questa parte più centrale rispetto i ruoli rossiniani. Donizetti tratta la vocalità di Duprez con particolare cura e Spyres dotato di splendido timbro non sembra aver alcuna fatica a svolgere la parte. Originale i duetto che segue con il padre di Rosmonda dove tutte tre le sezioni del brano sono in tempo veloce con ottimi esiti drammatici. Nicola Ulivieri come Clifford, sebbene la parte sia secondaria, ci è parso subito in buona forma, attento all’accento e all’austerità del ruolo.
Spyres incurante degli ammonimenti di Clifford conduce quasi da protagonista le stretta del duetto con una melodia legatissima e sbalzata.
Jessica Pratt ospite fisso del teatro fiorentino, ha una voce immacolata e nitida nella coloratura qualità adatte a questo ruolo di fanciulla innocente e innamorata. Ella crede il suo amante Edegardo e non certo il Re. “Perchè non ho del vento” scritta su misura per una grande virtuosa ha avuto il suo effetto e Jessica Pratt ha reso ancora più difficile l’ariosa cabaletta con un successo di applausi.
Stupendo il complesso finale I dove intervengono i 5 personaggi e il coro, grazie alla direzione calibrata del giovane Maestro Sebastiano Rolli già ottimo concertatore di Maria de Rudenz e Torquato Tasso a Bergamo. Tempi sempre incalzanti, e rilucenti colori nella partitura hanno caratterizzato la sua direzione che si è svolta senza il supporto della partitura.
L’ingresso della Regina ha sospeso l’azione con Eva Mei sempre più sarcastica e con un sorriso maligno. Il concertato è stato cantato con raro equilibrio e Raffaella Lupinacci era perfettamente percepibile nel canto per terze con Jessica Pratt. Impeto furioso sulla parola “Va” cantata da Spyres dava inizio alla stretta potente. Concludevano il primo atto tre acuti da vertigine, lunghi e sonori delle tre voci acute.
Stupenda la frase di Eva Mei nel suo duetto col Re “Ma ancor qual esule varcato il mar non ho” una frase verdiana ben distillata dal soprano marchigiano.
Elegantissima l’esecuzione dell’aria di Arturo, dove Raffaella Lupinacci ha ormai piena padronanza della sua voce, con i colori mogano e ambrati del suo canto. Un Arturo tormentato nella sua frustrazione, che la Lupinacci ci tratteggia col giusto pathos. Tre parole: uniformità, scurezza e eleganza. Due espedienti che dimostrano il suo studio della parte sono il canto all’ottava superiore di una frase, e le cadenze ampie e sicure alla conclusione dell’aria.
Un piccolo gioiello prezioso che ascolteremo a Bergamo anche nella scena a “eco” del primo atto.
Rosmonda asserisce “Io fuggirò quel perfido” in fortissimo e con acuti fioriti ma poi canta in pianissimo alla proposta di prendere il velo. Accetta di scappare con Arturo con una salita alla parole “Io cedo” e “Lunge mi guidi Arturo”. Mille stati d’animo ben espressi da Jessica Pratt che adattava il suo stile alle situazioni cangianti. Grande entusiasmo del pubblico che ben ha percepito lo sforzo del soprano australiano.
Segue un duetto d’amore, che d’amore non è, poichè Rosmonda rimane fedele al giuramento del padre. Forse proprio la mancanza di un amore esplicito e cantato in tutta l’opera non ha permesso popolarità all’opera che si basa solo sul contrasto e la vendetta.
Per il duetto Rosmonda-Leonora Donizetti fa le prove generali per Elisabetta-Stuarda arrivando ha una sintesi drammatica unica con la perfida regina che decide all’ultimo di trafiggere la rivale.
La mancanza della cabaletta finale “Tu spergiuro, disumano” crea una anticlimax alla vicenda. Eva Mei conclude l’opera con una frase musicata goffamente dal revisore.
Nonostante ciò pieno successo dell’opera di cui abbiamo assistito a due recite entusiasmanti con grande calore dal parte del pubblico, generoso di applausi anche all’interno dei singoli numeri musicali.
Il coro è poco impegnato ma ha eseguito con molta precisione i passaggi richiesti ed è risultato particolarmente suggestivo nel “Ecco gl’antichi platani” creando una aura di mistero nella foresta di Woodstock. Esecuzione in forma di concerto che non ha influito sulla pressante drammaturgia donizettiana facilitata da un buon libretto di Felice Romani per Coccia modificato per Donizetti in molti particolari per un taglio più veloce.
La sinfonia prevedeva l’uso del tamburo militare (il Re sta appena tornando carico di onori infatti) e il percussionista è stato particolarmente attento alla dinamica del suo strumento: sinfonia brillantissima, che non lascia respiro grazie al divenire di melodie e crescendo, un vero successo per il Maestro Rolli.
Appuntamento quindi a Bergamo a fine novembre per rivedere l’opera con allestimento scenico e lo stesso cast a parte Micheal Spyres.
Fabio Tranchida