Abbiamo assistito oggi, a pochi giorni dal Natale, ad un originalissimo concerto che ha proposto nella prima parte brani operistici di rara esecuzione e nella seconda parte raffinati canti tradizionali.
La famiglia Belloni ha fatto le cose alla grande accogliendo il pubblico nel loro teatro bomboniera con un allestimento sul palcoscenico che rimandava sia alla Russia ottocentesca che alla Londra vittoriana con un torreggiante albero di Natale. Queste le due anime del concerto, evento pensato per stupire e creato dalla vulcanica mente del direttore artistico Andrea Scarduelli.
Un canto di gioia ha aperto il programma, Exultate, Jubilate che Mozart compose per l’evirato cantore Venanzio Rauzzini protagonista al Teatro Ducale di Milano del Lucio Silla del salisburghese. Un mottetto eseguito nella chiesa teatina di sant’Antonio Abate. Hana Sugiura ha proposto il movimento più famoso cioè l’Alleluja dalla coloratura fosforescente, un vero tour de force per la soprano che ha dimostrato ottima intonazione e una scansione precisissima dei vocalizzi. Quando il brano sembra concludersi ecco che Mozart ci stupisce con una “coda” imprevista che porta agli ultimi fuochi d’artificio.
Ricordo con emozione particolare le varie recite a cui assistetti alla scala de Gli stivaletti di Cajkovskij: uno spettacolo proveniente da Cagliari che sfruttava le preziose uova Fabergè per una scenografia di rara suggestione. Lucas Britter, già interprete del recente “Giacomo e la farfalla” al Belloni, ha impersonato il diavolo che scatena una tempesta di neve e ruba addirittura la luna. Voce dal calibrato peso, voce che si è mano mano amplificata nel tema della sua aria, quasi un ostinato sostenuto da un accompagnamento sempre variato della sempre competente Elisa de Luigi pianista impegnata oltre misura in queste arie rarissime.
Io propongo di definire Rimskij-Korsakov un compositore Liberty, un compositore Art Nouveau poiché le sue fiabe, i suoi cromatismi floreali hanno molto a che fare con questo stile e l’epoca coincide perfettamente. La fanciulla di neve è un capolavoro assoluto, tre ore di musica per una fiaba natalizia immortale. Ne abbiamo ascoltato l’aria finale della protagonista Cuor di Neve che ormai innamoratasi si soglie e muore con l’amato. Elisa Maffi è stata superlativa nel sovrapporsi ad armonie arabescate e nel condurre la linea di canto. Ne è uscito un personaggio consapevole che l’amore può annientare completamente: l’estremo sacrificio!
Alla morte di Cajkovskij costretto a suicidarsi per le sue tendenze sessuali, obbligato dall’ottusa corte dello Zar, il compositore più famoso divenne proprio Rimskij-korsakov che continuo senza sosta la sua attività operistica, anzi amplificandola notevolmente tanto da riprendere lo stesso racconto ispiratore de Gli stivaletti e creare La notte della vigilia di Natale. Di quest’opera raffinata abbiamo ascoltato l’aria della capricciosa Oxana, un’aria difficile che ha messo a dura prova Hana Sugiura che ha sforzato un poco nel registro medio-acuto. Un leggerissimo vibrato non ha compromesso la seconda parte della lunga aria, una vera e propria “cabaletta” alla russa.
Per la prima volta sul palcoscenico del Belloni, il coreano Sehoon Moon giovane trentunenne che ci ha sorpreso in “Pourquoi me réveiller?” un Werther dalla potenza sonora e drammatica notevole. Acuti pieni e sicuri hanno esaltato il pubblico da tutto esaurito. Sempre dal Werther opera natalizia per eccellenza Elisa De Luigi ha eseguito il drammatico interludio tra atto terzo e quarto, dove la tonalità minore era indice del funesto epilogo. Tutte le ottave del piano erano coinvolte ad indicare l’ampiezza dell’orchestrazione originaria del “Puccini francese”.
Proprio Puccini ha concluso la prima parte del concerto con La Bohème ambientata in una Parigi sotto la neve. Un inverno protagonista infatti, ne è testimone la gelida manina di Mimì che Rodolfo, il poeta, canta nell’aria celeberrima. La voce di Sehonn Monn ha avuto nuovo acclamato successo, stupendo con la frase “Talor dal mio forziere ruban tutti i gioielli”. Tutti e 4 i protagonisti sulla scena per il quartetto del terzo atto Mimì e Rodolfo in un duetto d’amore (si lasceranno al sopraggiungere della primavera) e i battibecchi di Musetta e Rodolfo. Equilibrato il risultato raggiunto.
Nella seconda parte il numeroso coro di Voci Bianche del Belloni ci ha emozionato veramente con tre canti tradizionali: L’abete, Noel e Din don dan la versione italiana di Jingle Bells. Una fanciulla del coro ha estratto una biglietto e uno spettatore ha vinto un enorme cesto natalizio. Un’estrazione per ogni replica di questo concerto che vanta 5 recite tutte esaurite.
Elisa Maffi ha poi proposto Cantique de Noel di Adolphe Adam, Lucas Britter tre strofe di Stille Nacht. Infine altri due canti famosi: Adeste Fideles e Amazing Grace.
L’atmosfera del Natale era quindi perfettamente creata e due bis sono stati favorevolmente accolti: Happy Christmas e White Christmas. Il brindisi da La Traviata ci ha proiettato addirittura verso capodanno in un concerto corposo, raffinato di grande valore musicale e culturale, culturale come il programma della prossima stagione che in 9 concerti avrà modo di confermare il Teatro Belloni come un piccolo scrigno dove non si fa solo spettacolo ma si vive una esperienza totalizzante.
Nell’augurarvi buone feste ci diamo appuntamento alla stagione 2016 che sarà veramente ricca e stimolante.
Fabio Tranchida