Soprano: Lucrezia Drei
Tenore: Carlos Cardozo
Pianoforte: Elisa de Luigi
Narratore: Andrea Scarduelli
Il secondo appuntamento della stagione lirica di primavera 2015 al teatro Belloni ci ha veramente sorpreso.
La qualità delle due voci presentate è stata altissima. Carlos Cardoso, tenore portoghese, proveniente dall’Accademia della Scala ha un curriculum di tutto rispetto e lo ricordiamo nella sua felice esibizione come Dorvil nella Scala di seta proprio nel tempio milanese. Lucrezia Drei ha vinto recentemente il concorso As.Li.Co e la sentiremo nella prossima stagione nel ruolo di Susanna nei teatri legati al progetto in Lombardia. Ma ha già vinto vari premi e interpretato ruoli da protagonista.
Proprio Lucrezia Drei ci ha sorpreso con un elegante “ah! Je veux vivre” dal Roméo et Juiliette di Gounod. Voce limpida e cristallina che non teme la scrittura sovracuta di questo diabolico valzer: anzi nella seconda parte dilata giustamente il tempo per poi finire con una cadenza da vera prima donna. Solo un appunto le acciaccature che danno propulsione ad ogni singola battuta non erano ben sgranate e mancava quindi la spinta nella prima parte dell’aria.
Impegnativa l’aria di Lucia: quasi allucinato il cantabile iniziale con la fontana che rosseggia ai suoi occhi, forse sintomo che la pazzia era già in nuce fin dall’inizio della vicenda. Ottimo il passaggio che la Drei ha offerto nella transizione dalla tonalità minore a quella maggiore, creando un profondo senso drammatico. Cabaletta impervia ma risolta con insolita facilità, ben realizzata la coloratura e ottime le variazioni nella ripresa che acutizzano la parte. Anche qui una nota di disappunto nell’aver omesso la coda della cabaletta che dà compiutezza al brano e dove furoreggiava la Fanny Tacchinardi-Persiani, creatice del ruolo (per Donizetti creò anche Rosmonda d’Inghilterra nel 1834 e Pia de Tolomei nel 1837, entrambi capolavori assoluti).
“O rendetemi la speme “ dal secondo atto de I Puritani e i Cavalieri (da pochi mesi è disponibile la partitura in edizione critica in tre pregiati volumi per i tipi di Ricordi) è un’aria molto complessa e di grande lirismo. La primissima parte sarebbe dovuta essere cantata fuori scena mentre la Drei si è limitata a cantare in fondo al palcoscenico. Ma questo è solo un piccolo dettaglio. Intense le frasi del cantabile supportate da un immacolato legato. Cabaletta vertiginosa che ha forse mancato d’effetto completo per la mancanza di ripresa; certo è un taglio di tradizione ma queste nefaste tradizioni vanno proprio fatte sparire e bisogna rispettare il compositore eseguendo alla lettere la partitura senza interpolazioni o tagli.
Ha completato la sua esecuzione una parte interpretata l’anno scorso al Conservatorio di Milano: la briosa cavatina di presentazione di Norina del Don Pasquale, estremo capolavoro donizettiano che fino alla fine della sua vita fu disinvolto nel frequentare generi diversi tra loro riuscendone sempre maestro. Ricordiamo che il duetto che segue (non eseguito nel concerto) ha come matrice il duetto Matilde e Aliprando proprio dalla Matilde di Shabran opera all’epoca molto famosa che meritatamente è ritornata sulle scene a Pesaro a Napoli e a Londra nella versione napoletana completamente autografa.
L’aria di Flotow con cui si è presentato Carlos Cardoso non è tra le mie preferite in quanto il compositore usa delle armonie talmente elementari da risultare alquanto ripetitivo. Preferiamo parlare del capolavoro “Salut! Demeure chaste e pure” dove Gounod ha modo di scolpire un personaggio complesso e articolato, vinto dall’amore per Margherita, stimolato della riconquistata giovinezza. Un’aria da cantarsi tutta sul fiato, un’ aria quasi sospesa in un’atmosfera sognante: Cardoso ha eseguito il brano con molto trasporto e ottima intonazione ma certo non ha dato l’idea quasi onirica che traspare dalle parole poiché ha appesantito un po’ troppo le linee vocali.
Perfetto invece nei due ruoli donizettiani: un intenso duetto dalla prima parte della Lucia di Lammermoor: drammatiche le parole “Sulla tomba che rinserra” e qui quello spessore della voce che prima lamentavamo è risultato vincente a descrivere un personaggio romantico per eccellenza. Entrambi i cantanti ci hanno regalato un superbo “Verranno a te sull’aure” con un unisono alla terza esposizione della melodia di rara compattezza. Interessante anche la celeberrima “Furtiva lagrima” che crea la parte patetica e sentimentale sconosciuta alle opera buffe di Rossini. La bellezza di questo brano è proprio il succedersi del modo minore a quello maggiore, che crea una forte intensità emotiva che Cardoso è riuscito pienamente a darci. Bello il timbro e il colore, bene l’intonazione tutte qualità che lo porteranno lontano.
Tutti i brani sono stati presentati da un insostituibile Andrea Scarduelli che in questi anni ha dato prova di conoscenza dell’opera in se stessa dei cantati del presente e del passato e soprattutto ci ha deliziato con tutti i riferimenti alle pieces originali da cui sono tratti i libretti evidenziando le differenze e le affinità.
Proprio questi dettagli hanno arricchito la serata contestualizzando le opere e dandoci molti nuovi spunti per capire i brani cantati. Chi sapeva che Lucia in realtà è ambientata nel ‘600? Chi conosceva la storia complessa dietro la romanza di Nemorino? Chi sapeva che in realtà Edgardo non partecipa a nessun duello né tantomeno ha un’aria finale poiché viene inghiottito dalle sabbie mobili? Grazie Andrea per questi ricchi squarci di novità che fanno capire quanto complessa sia l’esegesi di un’opera.
Al piano la sempre brava Elisa De Luigi che è dotata di grande musicalità. La serata ambientata in un ricco salottino del ‘700 si è conclusa con un prestigioso bis: il duetto da La Sonnambula “Prendi l’anel ti dono” dove nonostante il lungo concerto le due voci sono parse immacolate. Bellini ha steso una melodia elementare, la quintessenza del belcanto italiano e i nostri due protagonisti hanno esaltato questa pagina emozionante.
Vi diamo appuntamento sabato 25 e domenica 26 aprile alle ore 17 per un concerto monografico su Mozart e prima Giovedì 12 Marzo ore 21 per la conferenza “Renata Tebaldi”: Il segreto di una voce che scende dal Cielo con Andrea Scarduelli narratore.
Fabio Tranchida